La Procura di Marsala indaga per corruzione al comune di Mazara del Vallo. Tra gli otto indagati, che nelle scorse settimane hanno subito una perquisizione, c’e’ anche la “segretaria particolare” del sindaco, Salvatore Quinci, che invece non è indagato e si dice “sereno e fiducioso nella magistratura”.
L’accusa per dipendenti dell’ente e imprenditori è di corruzione continuata e “turbata libertà del procedimento per scelta del contraente”, ma nell’inchiesta sono coinvolti “altri noti”, come evidenziano i pm nel decreto di perquisizione, in cui è ricostruito un lungo elenco di affidamenti diretti.
“Ci siamo consultati e abbiamo valutato l’entità dei provvedimenti, ma abbiamo confermato l’intero asset degli uffici perché la rotazione che dovevamo fare, l’avevamo disposta, come previsto, prima delle perquisizioni”, aggiunge il primo cittadino. L’indagine è coordinata dal procuratore capo Vincenzo Pantaleo, dal sostituto procuratore Giulia D’Alessandro ed eseguita dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria che adesso stanno scandagliando il materiale sequestrato, anche negli uffici comunali.
Gli otto indagati sono i dipendenti comunali Filippo Bentivegna, Giovanni Pantaleo e Mario D’Agati, gli imprenditori Carmelo Benigno, Santino Seidita, Matteo Asaro e Matteo Terranova. Oltre a loro è indagata anche Irene Vassallo, “segretaria particolare” del primo cittadino accusata per una “raccomandazione” che “sarebbe stata fatta a Giovanni Pantaleo nell’ambito della gara per la realizzazione dei lavori pubblici di pavimentazione stradale, la cui apertura delle buste doveva avvenire il 7 maggio”. “Ho massima fiducia nei miei collaboratori e tra l’altro credo che questa gara che mi indica non sia ancora stata esitata”, aggiunge il sindaco Quinci.
“L’attività di indagine compiuta fino a questo momento ha fatto emergere che i dipendenti comunali Filippo Bentivegna e Giovanni Pantaleo – scrivono i pm – hanno tenuto rapporti costanti con una cerchia di operatori economici dell’hinterland mazarese sia per motivi professionali che personali”.
A fine aprile l’auto di Pantaleo – nel frattempo nominato a capo del cimitero comunale – venne incendiata e alcuni giorni dopo anche il cimitero è stato oggetto di un raid, in cui andarono in fiamme i documenti custoditi negli uffici amministrativi: Pantaleo però in quei giorni escluse ogni collegamento tra i due eventi. “Sembrerebbe che costoro (Bentivegna e Pantaleo ndr) abbiano plausibilmente beneficiato e tuttora beneficino di regalie e prestazioni di servizi non remunerate da parte di operatori economici – si legge nel decreto di perquisizione – a cui essi erano e sono soliti affidare commesse pubbliche con la procedura di affidamento diretto in violazione del principio di rotazione”.