Non ci saranno funerali pubblici per le vittime della strage di contrada Safarello a Licata, ma, domani alle 11, la sola benedizione delle bare nel cimitero. Lo ha deciso il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Agrigento, presieduto dal prefetto Maria Rita Cocciufa.
Nelle campagne di Licata, il 26 gennaio scorso, per una lite per la suddivisione di proprietà di famiglia, Angelo Tardino, 48 anni, ha ucciso a colpi di pistola il fratello Diego, 44 anni, la cognata, Alessandra Ballacchino, 30 anni, e due figli della coppia, i suoi nipoti Alessia di 15 anni e Vincenzo di 11. L’uomo si è poi suicidato.
Dopo il dissequestro delle salme disposta dalla Procura di Agrigento si stava organizzando un funerale in piazza a Licata, ma il Comitato ha invece deciso, per evitare rischi e mantenere l’ordine pubblico, di vietare la celebrazione della messa in pubblico. Alla cerimonia potranno partecipare soltanto i parenti delle vittime, inseriti in un apposito elenco che è in fase di stesura da parte della Questura.
“Abbiamo voluto evitare problemi di ordine pubblico ed eventuali rischi”, ha confermato il questore Rosa Maria Iraci.