Rafforzare la collaborazione tra le due Istituzioni per garantire una efficace azione a tutela della spesa pubblica. E’ quanto prevede un protocollo d’intesa firmato tra l‘università di Catania e il comando provinciale della Guardia di finanza.
L’obiettivo è quello di individuare e reprimere, con tempestività e incisività, le condotte lesive degli interessi economici e finanziari connessi alle misure di sostegno, alla disciplina dei contratti, a potenziali fenomeni corruttivi nonché agli eventuali illeciti inerenti alle prestazioni sociali agevolate.
In particolare, il protocollo, frutto delle intese tra il rettore Francesco Priolo e il comandante provinciale, generale Antonino Raimondo, prevede che l’Ateneo, nel rispetto della privacy, effettui approfondimenti preliminari di dati e poi trasmetta alla Guardia di finanza selezioni input informativi. Le Fiamme gialle svilupperanno le notizie per orientare e rafforzare l’azione di prevenzione, ricerca e repressione degli illeciti di natura economica e finanziaria. Gli esiti degli accertamenti, nel rispetto del segreto investigativo e della riservatezza, saranno segnalati all’università. Il generale Raimondo ha sottolineato “l’importanza del sistematico rafforzamento del dialogo e, quindi, la necessità di elaborare sinergie tra le Istituzioni presenti sul territorio”.
“Il reciproco impegno ad assicurare un interscambio informativo qualificato – ha aggiunto il comandante provinciale di Catania – renderà ancora più efficace l’azione della Guardia di finanza in un settore assolutamente strategico, ovvero la tutela della corretta allocazione delle risorse pubbliche che, oggi, assumono un particolare rilievo nell’azione di rilancio degli investimenti. La sottoscrizione del protocollo d’intesa potrà pertanto costituire un valido presidio a tutela della trasparenza e della legalità, a garanzia della leale e sana competitività e della meritocrazia”.
“Dopo l’accordo della scorsa primavera con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, l’entrata in vigore del nuovo Codice etico e di comportamento e l’insediamento della Commissione etica d’Ateneo – ha detto il rettore Priolo – oggi l’università di Catania segna un’altra tappa della sua decisa strategia improntata alla legalità e alla trasparenza confermando la propria volontà di ispirarsi, nell’ambito delle sue missioni legate alla formazione, alla ricerca e all’innovazione e della diffusione della cultura nel territorio, a valori e comportamenti etici precisi”.