La lotta politica da parte del governatore Musumeci sull’emergenza migranti in Sicilia ha dato i suoi frutti. Iniziano a svuotarsi gli hotspot siciliani. Ieri sera la conferma da parte del sindaco di Messina Cateno De Luca sul Cas della Caserma Gasparro. Oggi andranno via da Lampedusa ben 850 nordafricani attraverso due navi quarantena.
Intanto è stato depositato nella serata di ieri al Tribunale amministrativo regionale Sicilia il ricorso del Governo nazionale contro l’ordinanza del presidente della Regione Musumeci che prevede la chiusura degli hotspot e dei centri di accoglienza per migranti presenti sull’isola. Il governo ha scelto non la strada dell’impugnativa Costituzionale ma quella del ricorso amministrativo. Numerose le parole di solidarietà nei confronti del governatore siciliano e della sua ordinanza.
“In queste ore tantissimi intellettuali e giuristi di ogni area mi stanno esprimendo il loro sostegno. E si fa strada – scrive Musumeci su Facebook– sempre più la consapevolezza che il diritto alla salute e la dignità della persona non possono essere negoziabili. Mi conforta, tra tante inutili polemiche, – conclude – il sentimento di condivisione del popolo siciliano e di tanti da ogni parte d’Italia. La nostra è una battaglia di civiltà. Che non si fermerà”.
La Sicilia resisterà contro il ricorso e lo farà sostenendo che lo Stato erra nell’imputazione di competenza. L’ordinanza del presidente della Regione, infatti, non verte sul tema dei migranti ma sul tema sanitario, competenza che la riforma costituzionale del 2011 assegna alla Regione.
Della legittimità dell’ordinanza ne è convinto Claudio Zucchelli, ex Presidente del Consiglio di Giustizia per la Regione Siciliana dal dicembre 2015 al dicembre 2017, ed ex direttore per dieci anni del Dagl, il dipartimento affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi. Il giurista ha messo on line un parere che liquida l’argomento della “nullità” dell’ordinanza: “È errato, oltre che scorretto, – scrive Zucchelli – sostenere che non ha alcun valore, essa ha forza e valore di provvedimento amministrativo». Se ne desume che «fino a quando il giudice amministrativo non lo annulli o sospenda gli effetti, è esecutivo ed esecutorio”.
Secondo Zucchelli del resto, l’ordinanza non solo è legittima perché su materia sanitaria, ma il governatore ha anche il potere di farla applicare, in forza dell’articolo 31 dello Statuto della Sicilia, secondo cui “al mantenimento dell’ordine pubblico provvede il Presidente della Regione a mezzo della polizia di Stato, la quale nella Regione dipende disciplinarmente, per l’impiego e l’utilizzazione, dal governo regionale”.
Ma Zucchelli non è il solo che ha questa idea. Anche Edoardo Carlo Raffiotta, abilitato alle funzioni di Professore ordinario di diritto costituzionale, è attualmente Professore associato di diritto costituzionale presso il dipartimento di scienze giuridiche dell’università di Bologna. Ha anche scritto un testo in materia di diritto e migranti.
Le parole di Raffiotta
“L’ordinanza richiama varie fonti di legge dello Stato e poi anche lo Statuto Siciliano – afferma Raffiotta – Ce ne una su tutte sui cui si poggia questa ordinanza articolo trentadue della legge 833 del 1978 che prevede che in caso di emergenze nazionali il ministro può adottare atti amministrativi in deroga alla legge per appunto risolvere emergenze sanitarie. Lo stesso articolo dà lo stesso potere anche al presidente della Regione sul territorio. Vero è che la competenza dello Stato, ma è proprio lo Stato che attraverso questo articolo 32 attribuisce questa funzione alla Regione”.
L’esperto argomenta: “Chi critica questa ordinanza non ha letto l’articolo. Nel caso di specie c’è una emergenza sanitaria regionale? Assolutamente sì – è il ragionamento -. I migranti sono sopra affollati che non interessano soltanto i centri regionali e la competenza dell’immigrazione ma interessano anche la cittadinanza siciliana. In più con l’aggravante che questi immigrati scappano rappresentando un pericolo ulteriore per la sanità regionale. Musumeci aveva il dovere intervenire. Il problema è che in una gestione ordinaria il governo sarebbero dovuto intervenire in questa situazione di emergenza. Musumeci – conclude – si è trovato costretto a mettere l’accento in merito a questa problematica oggettiva“.