Il gup di Palermo, Alfredo Montalto, ha ammesso la richiesta di costituzione di parte civile del Ministero degli interni, della Presidenza del Consiglio dei ministri, della Regione Siciliana, del Comune di Palermo nel procedimento penale per l’omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie Ida Castellucio, incinta di 5 mesi. Ammessi inoltre il Centro Pio La Torre e Libera.
Il gup ha accolto l’istanza dei familiari di Nino Agostino – il poliziotto ucciso il 5 agosto 1989 assieme alla moglie – tra cui il padre Vincenzo, presente in udienza, difeso da Fabio Repici, che si celebra nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. Escluse altre istanze tra cui quelle di alcuni nipoti.
L’accusa – rappresentata dai sostituti pg Umberto De Giglio e Nico Gozzo – ha comunicato il deposito di ulteriore attività integrativa di indagine.
Imputati, 31 anni dopo i fatti, con l’accusa di duplice omicidio i boss Nino Madonia e Gaetano Scotto e Francesco Paolo Rizzuto, amico del poliziotto assassinato, a cui l’accusa contesta il favoreggiamento aggravato. L’udienza è stata rinviata al 15 ottobre per interloquire sulle richieste della procura generale e delle parti civili, poi il gup scioglierà la riserva.
La Regione Siciliana ha deciso di procedere alla costituzione di parte civile perché “l’efferatezza dei fatti criminosi effettuati con metodo mafioso hanno certamente arrecato danno anche all’immagine della terra siciliana e quindi della Regione. Ma è anche un atto di doveroso omaggio – precisa Musumeci – alla memoria di due vittime innocenti, la cui uccisione, dopo oltre trent’anni, è ancora avvolta nel mistero”.
Soddisfatto il Comune di Palermo, che è stato ammesso tra le parti civili nonostante alcune eccezioni presentate dalle difese, tra cui quella relativa al territorio dove è stato commesso il duplice omicidio diverso da Palermo. “Ho appreso con molta soddisfazione – ha detto il sindaco Orlando – dell’ammissione del Comune di Palermo come parte civile. Con questo atto continua la nostra battaglia a fianco della famiglia e che accomuna tutti i siciliani che vogliono verità su quell’orribile atto di mafia”.