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Un urlo disperato da parte dei familiari dei pescatori dei due pescherecci sequestrati in Libia.
I due natanti della marineria di Mazara del Vallo, l’Antartide e il Medinea, sono stati sequestrati i primi di settembre intorno alle 21 dalle autorità libiche a circa 35 miglia a Nord di Bengasi. Altri due pescherecci, che navigano nelle vicinanze, sono riusciti a sfuggire alla cattura.
Sarebbero diciotto, secondo quanto si apprende, complessivamente i marinai portati a Bengasi da militari libici dopo il sequestro di due pescherecci della marineria trapanese di Mazara del Vallo. Sono i componenti dei due natanti sequestrati, il Medinea e l’Antartide, e i comandanti dei due riusciti a fuggire, l’Anna Madre di Mazara del Vallo e del Natalino di Pozzallo (Ragusa). Starebbero tutti bene.
Nel frattempo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha sentito le famiglie dell’equipaggio dei pescherecci sequestrati in Libia, il sindaco di Mazara del Vallo e gli armatori, ai quali ha assicurato il massimo impegno del governo per una risoluzione positiva della vicenda.
Ma i familiari cercano risposte immediate e celeri dall’esecutivo romano. “Il governo promette? Ma al momento cosa ha fatto? Noi siamo stanchi delle parole. Faremo di tutto per riportare i nostri parenti a casa. Ci sentiamo abbandonati. Proprio per questo andremo a Roma“, afferma Rosaria Giacalone moglie del direttore di macchina del peschereccio Medinea.
Ha le lacrime agli occhi Rosetta Ingargiola, la mamma del comandante della Medinea. “Non è giusto. Siamo stanchi, abbiamo bisogno di aiuto. I nostri familiari stanno perdendo la salute in Libia e di conseguenza noi la stiamo perdendo qui ad aspettare delle certezze che non arrivano“.