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Caso Mario Biondo: l’assassino è entrato nel suo pc? | VIDEO

martedì 6 Ottobre 2020
Le Iene, Speciale Mario Biondo, 02

In attesa della decisione del Tribunale di Palermo sull’archiviazione o prosecuzione delle indagini, emergono nuovi inquietanti particolari nel giallo della morte di Mario Biondo, il cameraman palermitano trovato senza vita il 30 maggio 2013 in Spagna, nell’appartamento dove viveva insieme alla moglie, la presentatrice e showgirl Raquel Sanchez Silva.

Si infittisce sempre di più il mistero di un presunto suicidio che per tanti aspetti fa sospettare, invece, si sia trattato di un omicidio con successiva messa in scena e depistaggio. Il caso è stato trattato nelle scorse ore da una puntata speciale del programma tv “Le Iene” (IL VIDEO QUI).

Le Iene, Speciale Mario Biondo, 01E l’attenzione si è concentrata su vari aspetti, tra i quali il computer di Mario, sottoposto a una nuova perizia tecnica. In base ad un documento esclusivo raccontato dal programma di Italia 1 è stato accertato che qualcuno avrebbe toccato il portatile di Biondo sicuramente dopo la sua morte e prima che la cameriera trovasse il corpo nel pomeriggio. È stato il suo assassino a collegarsi al suo Mac in quel periodo di tempo?

La famiglia non ha mai avuto dubbi nel ritenere che Mario Biondo sia stato ucciso, probabilmente perché aveva scoperto qualcosa che non avrebbe dovuto sapere e qualcuno avrebbe così deciso di farlo tacere per sempre. Il corpo della vittima è stato ritrovato dalla domestica tra la tarda mattinata del 30 maggio e il primo pomeriggio, ma anche qui le anomalie non mancano. Le perizie affermano, invece, che la morte di Mario Biondo è avvenuta tra le 2 e le 9 del mattino. Quindi chi si è connesso al pc di Mario nell’arco di tempo fra la sua morte e il ritrovamento del corpo? E cosa cercava?

Nella relazione tecnica, come ricostruito nell’inchiesta giornalistica de “Le Iene”, viene spiegato che si tratta di tre siti visitati che fanno parte di annunci pubblicitari che collegano in automatico banner e pop-up”, cioè le pubblicità a finestra che tutti noi conosciamo quando navighiamo in internet. “Il pc di Biondo godeva di una connessione internet attiva e non era ibernato”, viene specificato nel documento. Un particolare ancora più importante per la tipologia di computer di Mario. Lui aveva un Mac, che per riprendere la connessione alla rete Internet doveva essere ‘svegliato’ usando mouse, tastiera o aprendo lo schermo.

“Non è quindi possibile che i collegamenti citati siano avvenuti in automatico, ma senza ombra di dubbio sono avvenuti con pc funzionante, connesso in rete e ‘svegliato’ dopo l’ibernazione da un intervento umano”, scrivono i tecnici informatici. Non solo, riescono a definire con precisione anche l’orario in cui il pc di Mario è tornato funzionante. Per ben tre volte dopo la sua morte è stato riattivato: prima all’01:31, poi alle 10:03 e infine alle 11:38 (ora spagnola, per quella italiana è necessario aggiungere due ore perché in periodo di ora legale).

Il giallo è arrivato all’ultimo bivio e, dopo l’udienza del 2 ottobre scorso, ora si attende la decisione del Tribunale di Palermo, che potrebbe decidere di archiviare le indagini oppure farle andare avanti. Nel procedimento penale in Corte d’Appello i familiari di Biondo, per dimostrare che si è trattato di un fatto omicidiario, si sono affidati ad un collegio di super-periti guidato dal più noto e stimato esperto in Italia nell’analisi scientifica del crimine: il Generale dei Carabinieri, Luciano Garofano. L’ex Comandante del RIS Carabinieri di Parma è consulente tecnico incaricato dalla famiglia Biondo, insieme ad altri quattro importanti professionisti, che in questi anni hanno avuto un ruolo di rilievo nell’ambito della trattazione dei più complessi casi italiani di cronaca: il dott. Maurizio Saliva (medico legale ed esperto di ricostruzione de crimine), l’ingegnere Luca Scarselli (consulente tecnico), la dottoressa Laura Volpini (docente psicologa all’Università La Sapienza di Roma) e la dottoressa Maria Gaia Pensieri (criminologa e sociologa forense).

Sono ore di grande attesa per una famiglia che ha perso questo giovane quando aveva ancora 30 anni e un’intera vita davanti a sé. Da un lato c’è la speranza che le indagini possano andare avanti, e dall’altro la paura che possa essere disposta l’archiviazione.

La madre di Mario Biondo, la signora Santina, ribadisce la battaglia della famiglia: “Hanno ucciso Mario, ma non avremo pace sino a quando non sarà stata fatta giustizia. Vogliamo la verità e andremo fino in fondo affinché gli assassini vengano trovati e paghino per questo crimine. Non ci arrenderemo mai. Abbiamo promesso giustizia al nostro Mario e non ci fermeremo sino a quando non sarà arrivato quel momento”. 

 

 

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