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Caso Biondo: il generale Garofano super-perito della famiglia

venerdì 17 Luglio 2020

A pochi giorni dall’udienza in tribunale a Palermo che martedì 21 luglio deciderà, forse in via definitiva, le sorti delle indagini sulla morte di Mario Biondo, la famiglia della vittima si affida ad un team di super-esperti per tenere aperta l’inchiesta sulla morte del cameraman palermitano, trovato privo di vita in circostanze mai chiarite, la sera del 30 maggio 2013 in Spagna, nella casa della moglie Raquel Sanchez Silva.

I genitori di Mario, la mamma Santina e il padre Pippo, con i figli Andrea e Emanuela, in queste ore si preparano all’atto conclusivo, probabilmente determinante, di una lunga e sofferta vicenda e non vogliono lasciare nulla di intentato per ottenere giustizia in un giallo che va avanti ormai da 7 anni, un caso per il quale i magistrati palermitani hanno chiesto l’archiviazione del caso ritenendo si sia trattato di suicidio. In questa direzione porta l’esito della seconda esumazione del cadavere, avversata dai Biondo per alcune incongruenze tra cui i numeri dei vetrini sui reperti esaminati. La famiglia di Biondo non ha mai avuto dubbi sul fatto che il ragazzo sia stato ucciso e che poi in quell’appartamento sia stato organizzato un depistaggio.

Per questo i genitori di Mario Biondo, che hanno presentato opposizione all’archiviazione delle indagini, nel procedimento penale in Corte d’Appello si affidano al più noto e stimato esperto in Italia nell’analisi scientifica del crimine: il Generale dei Carabinieri, Luciano Garofano.

All’ultimo bivio dell’inchiesta, la famiglia Biondo ha chiesto una perizia al super-esperto che per tanti anni è stato Comandante del RIS Carabinieri di Parma ed il cui acume investigativo ha permesso di far luce sui più complessi misteri italiani. 

Garofano, esponente anche dell’Accademia Americana di Scienze Forensi, membro della Società Internazionale di Genetica Forense e della Società Internazionale di Identificazione, nonché presidente dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi, ha accettato la richiesta di dare consulenza tecnica alla famiglia Biondo.

Insieme al generale Garofano sono impegnati a difesa della famiglia Biondo un team di esperti già impegnati a più riprese in importanti casi di cronaca e del quale fa parte il dott. Maurizio Saliva (medico legale ed esperto di ricostruzione de crimine), l’ing. Luca Scarselli (consulente tecnico), la dott.ssa Laura Volpini (docente psicologa all’Università La Sapienza di Roma) e la dott.ssa Maria Gaia Pensieri (criminologa e sociologa forense). Tutti professionisti che hanno avuto anche loro ruoli di rilievo in altre inchieste giudiziarie di particolare rilevanza.

Le risultanze che emergeranno da questa ulteriore consulenza e le valutazioni di questi esperti, diventano, dunque, la mossa a sorpresa che la famiglia di Biondo mette in campo in extremis per far andare avanti le indagini e dare ulteriore vigore all’incrollabile convinzione che il suicidio sia stato in realtà una messa in scena, forse perché il cameraman palermitano potrebbe aver scoperto qualcosa che non doveva scoprire. E per questo sarebbe stato “condannato” a morte, in un tragico destino avvolto da tanti dubbi inquietanti e caratterizzato da molteplici anomalie rimaste prive di un chiarimento in sede investigativa e giudiziaria. 

Per la data del 21 luglio la famiglia ha confermato anche un’altra iniziativa. “In quella giornata – dichiara mamma Santina – ci sarà il dibattimento al Tribunale di Palermo, i nostri avvocati Carmelita Morreale e Fabio Falcone si batteranno affinché il caso non venga archiviato. E per coloro che desiderano sostenerci e ne hanno la possibilità, organizzeremo un sit-in in Piazza della Memoria a partire dalle ore 9:00. Intanto preghiamo e auspichiamo che lo Spirito Santo possa illuminare e guidare il Gip”.

Se dovesse esserci l’archiviazione del caso in Italia, la famiglia ha preannunciato successivo ricorso presso la Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) per opporsi all’eventuale chiusura delle indagini e per continuare a produrre atti che possano dimostrare che Mario Biondo non si è tolto la vita ma è stato ucciso.

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