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Gianfranco Micciché spara a zero contro la chiusura alle 18 di una serie di attività, prevista dal nuovo Dpcm firmato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Sono troppo incazzato. In Sicilia abbiamo avuto l’1% di morti in meno rispetto l’anno scorso, che si debba fallire tutti per colpa di una peste è una cosa che ci fa impazzire… ora che ci stavamo riprendendo a poco a poco con grande fatica, questa nuova chiusura è la fine“, ha detto il presidente dell’Ars.
Il coordinatore regionale di Forza Italia affonda: “Non si rendono conto quelli che ci governano. Ci faranno morire per una peste che tutto sommato non c’è stata in Sicilia. A Favignana è tutto chiuso. L’attività è morta, contagiati zero – attacca Miccichè – Non è possibile che non si faccia attenzione al fatto che quando si fa una regola, debba essere seguita da tutti. Specialmente quando ci sono differenze così enormi da Milano con 119 contagiati in un palazzo e le isole Egadi con zero contagiati fallite“.
Micciché sottolinea come ci sia una crisi economica profonda: “La gente non riapre più. Sono state fatte delle valutazioni sbagliate qu non c’è la stessa guerra del Nord Italia. Farci chiudere è una follia e non ci riprenderemo. Non abbiamo la capacità produttiva per riprenderci. Abbiamo perso Nove miliardi quest’anno, siamo undici punti di Pil in un anno. Ora ci vorranno 20 anni per riportarci allo stesso livello di “ricchezza”, chiamiamola così“, evidenzia il presidente dell’Ars -. Io guardo i dati finali: per l’1% di morti in meno, ad oggi, 40 mila licenziati; previsione per dicembre 70 mila licenziati in Sicilia, 70 mila famiglie che non potranno vere uno stipendio, più quelle di prima. Il dato è terrificante! Si parla di suicidio e manco assistito per questa seconda chiusura“.
Il presidente dell’Ars ha parlato con il governatore della Regione Siciliana Nello Musumeci della situazione: “Non possiamo non ubbidire a una legge. Non abbiamo il potere di dire no! Ma come si fa a chiedere alla gente di ammazzarsi inutilmente, quando sarebbe necessario che i governi prendessero l’iniziativa e stessero attenti a che non si facessero gli assembramenti. Scatenino l’esercito, ma non chiudere le città”.
Sulla chiusura dei ristoranti, pub alle 18:00 il presidente dice che: “Chi fa queste norme pensa che viviamo a Milano dove i negozi chiudono per mezz’ora. Qui apriamo alle 16:00 e fino alle 17:00 non c’è nessuno e alle 18:00 chiudiamo. Questo mi fa pensare che chi fa queste leggi non conosce il Paese e le differenze che ci sono da un posto e l’altro. Avrei capito una chiusura per Regione e Regione. A Milano alle 17:00 vanno via, qua è un modo diverso perchè si vive diversamente. e una chiusura alle 6:00 in Sicilia è come sparare ai Siciliani. E’ possibile che Conte e tutti quelli che sono al governo non lo sappiano? A Palermo la cena si fa alle 21/ 21:30, a Milano alle 19:oo di sera, questo sfogo è per dire che ci sono queste differenze e non si può sopportare”.
“Domani col Presidente cercheremo di spostare l’argomento di domani in modo che Musumeci possa chiedere quanto mene di lasciarci liberi sugli orari. Chiudere alle 6:00 quando la vita inizia alle 16 e 30 di pomeriggio, è veramente una cosa da delinquenti, significa veramente sparare alla gente – conclude -. Io ho persone disperate che stavano ricominciando a riprendersi e li ammazzano improvvisamente con quest’altra chiusura folle che colpisce tutti, non solo le palestre, i cinema e i locali ma tutti. Non si può pensare che abbiano fatto questa minchiata! E’ una cosa tipica di chi non conosce quello che sta facendo. Lo fanno in buona fede ma non si rendono conto di quello che stanno facendo con questo Dpcm”.