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Limitazioni e chiusure, lo sport popolare e di base ai tempi del coronavirus

domenica 1 Novembre 2020
Palestra Popolare Palermo

Lo sport di base: un elemento inscindibile nella vita delle famiglie di Palermo e non solo.

La quasi totalità dei siciliani ha calcato, almeno una volta nella vita, un campetto di quartiere. Un luogo in cui non solo si imparava un sport, ma una vera e propria palestra di vita. Tutela della salute, prevenzione e socializzazione: questo è il mix fondamentale offerto da questi luoghi nello sviluppo del benessere psico-fisico dei bambini.

Ma sono proprio questi spazi i primi ad essere messi in pericolo dall’emergenza coronavirus. In un momento nel quale assembrarsi è quasi un delitto, i primi a pagare il conto dell’aumento dei contagi sono propri i bimbi che vogliono praticare sport. Una situazione che rischia di diventare un’occasione di sviluppo persa, alla luce anche della condotta del Governo nazionale, che sembra essere mirata ad un nuovo lockdown.

LA “PALESTRA POPOLARE PALERMO” AI TEMPI DEL COVID: L’OPINIONE DI VERDIANA MINEO

Verdiana Mineo, una vera eccellenza del powerlifting siciliano, ci ha descritto la situazione dello sport di quartiere ai tempi del covid-19.

Per noi un concetto importante è che lo sport venga visto come un diritto a tutti gli effetti. Non soltanto come un lusso o un passatempo per chi se lo può permettere. Bisogna coinvolgere il più possibile quelle fasce della popolazione che ad oggi rischiano di rimanere escluse“.

Verdiana Mineo

Abbiamo cercato di mantenere aperte le nostre attività – sottolinea l’atleta -, anche in questo periodo di emergenza sanitaria. Questo perché in una società in cui troppo spesso il concetto di sanità sostituisce quello di salute, si ricorre spesso a farmaci, antidepressivi ed antinfiammatori, pur di stare bene, tutto questo va appunto a distruggere un concetto base che è quello del mantenersi in salute per il quale anche lo sport è un grande aiuto, un grande mezzo di prevenzione. Lo sport è una necessità, non un privilegio“.

Verdiana Mineo sottolinea inoltre le criticità relative alle responsabilità, “spesso purtroppo delegate dallo Stato sulle spalle dei singoli. Bisogna garantire il diritto delle persone di stare bene, anche tramite il diritto al leisure e le sue declinazioni, ovvero stare in giro, passeggiare, ecc“.

Il problema è che se si dà sempre più importanza all’economia che alla salute, ne risente la qualità delle vita delle persone.  Anche durante il lockdown chi se lo poteva permettere restava a casa, dava fondi ai propri risparmi. Mentre chi doveva uscire per necessità, andava a lavorare ma rischiava il contagio. Forse sarebbe stato meglio quest’estate, invece di pensare al bonus vacanze, destinare fondi e sussidi alla tutela alla salute e quindi anche alla promozione sportiva“.

IL PALLONE DI CITTÀ: IL PROGETTO DEL PALERMO CALCIO POPOLARE

Non va di certo meglio al mondo del calcio di quartiere, placcato dalle restrizioni dettate dall’emergenza. Sull’argomento, abbiamo sentito una società che del tema se ne intende, ovvero il Palermo Calcio Popolare.

Le attività del Palermo Calcio Popolare

Siamo stati colpiti come tutti da questa pandemia e come tutti abbiamo dovuto adattarci per poter proseguire la nostra attività. Ad inizio stagione abbiamo ricevuto le direttive della Figc e, non con pochi sacrifici, abbiamo dato il via alle attività nel rispetto del protocollo di riduzione dei rischi“.

Lo scorso venerdì – dichiarano i soci del Genio – in seguito all’uscita del nuovo DPCM abbiamo sospeso le attività in attesa di chiarimenti sulla possibilità di svolgere quantomeno gli allenamenti, oggi dopo la rettifica riprenderemo con le attività di base. Ci stava a cuore soprattutto la possibilità di dare, sia ai bambini della scuola calcio al parco della salute che ai ragazzi del settore giovanile in collaborazione con calciando in rete, continuità al lavoro che stavano svolgendo e soprattutto di avere un momento di socialità molto importante in questo periodo“.

Lo sport dilettantistico sicuramente ha sicuramente bisogno di essere riformato – sottolinea il Palermo Calcio Popolare -. In questo periodo la gestione della crisi é stata accollata alle società che per la maggior parte dei casi non hanno le possibilità economiche e logistiche per fare fronte alla situazione. Andrebbe aperto un tavolo con il ministero, le varie federazioni e soprattutto le società. Bisogna mettere al centro della discussione l’importanza dell’impatto sociale che lo sport di base ha sulle vite di chi si avvicina allo sport, e di dare questa possibilità a tutti e tutte“.

LO SPORT POPOLARE E LE SCUOLE – L’ESPERIENZA DI SALVO TRANCHINA

Un aspetto da non sottovalutare, nell’affrontare il tema dello sport di base, è il rapporto fra le associazioni e i gruppi di quartiere e le scuole. Un esempio lampante è quello di Salvo Tranchina, membro dell’esercito italiano ma che, nel tempo libero, si dedica a fare il maestro di boxe negli spazi della scuola Giovanni Falcone, sita nel quartiere Zen di Palermo.

Un progetto reso possibile dalla sinergia fra Salvo e la preside dell’istituto Daniela Lo Verde, che ha voluto concedere l’impianto all’associazione di quartiere.

Salvo Tranchina e i ragazzi dello Zen

E’ da sei anni che ci attiviamo per far fare attività sportiva gratuita ai ragazzi. Recentemente abbiamo sottoscritto un accordo per usufruire degli spazi con la dirigente scolastica. Nonostante gli sviluppi dell’emergenza covid-19, siamo riusciti a portare alcuni ragazzi ai campionati italiani, dopo che hanno vinto le competizioni regionali.  Ora con il coronavirus siamo fermi, dopo essermi occupato a spese mie delle procedure di sanificazione e di fornire ai ragazzi i dispositivi di protezione individuali“.

Sui protocolli anti-covid e sulla chiusura improvvisa delle palestre, Salvo ha le idee chiare. “Ad un mio collega hanno fatto comprare tutto, secondo i protocolli previsti dal Ministero dello sport. E dopo tutto ciò, alcuni addetti ai lavori si sono visti chiudere le palestre. Ma se io tengono tutto sanificato e in regola, che senso ha farmi chiudere? E’ un danno economico incalcolabile, soprattutto per quelli che non hanno altra fonte di reddito. Senza aiuti, ne usciremo tutti distrutti. Come si farà a pagare gli affitti? Come si potrà sostenere i costi delle attività?“.

Poi, l’istruttore di pesistica rivolge un messaggio al premier Giuseppe Conte. “Secondo me bisognerebbe chiudere le regioni, magari limitando gli spostamenti, mantenendo però aperte le attività. Se ci sono i controlli, io penso che va bene restare aperti”.

 

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