Con l’impennata dei contagi da Covid-19 delle ultime settimane sono aumentati anche i ricoveri e le persone sotto cure di terapia intensiva. E cresce la pressione sugli operatori sanitari.
Secondo gli scienziati, quello delle ospedalizzazioni è proprio il dato più importante, molto più del numero di contagi, a fare la differenza tra la vita e la morte per i pazienti. Il sistema sanitario, hanno denunciato molte associazioni di categoria, è già sotto grande stress e da più parti i medici chiedono l’adozione di misure più rigide e nuove assunzioni per affrontare l’emergenza, prima che sia troppo tardi.
Per quanto riguarda i rinforzi Alessandro Vergallo, presidente nazionale Aaroi-Emac (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani emergenza area critica) ha le idee chiare e le ha espresse in una lettera mandata agli enti del servizio sanitario nazionale, ai presidenti di Regione, agli assessori alla Sanità, al ministero della Salute e al presidente del Consiglio Conte.
“Il reclutamento di medici in formazione in anestesia e rianimazione è fondamentale per affrontare l’emergenza. – ha denunciato Vergallo -. In questo ambito non è possibile in alcun modo ricorrere ad altre figure specialistiche, la collaborazione degli specializzandi degli ultimi due anni rappresenta una boccata di ossigeno. Altrettanto può dirsi per i Pronto Soccorso, anch’essi in sofferenza, per quanto riguarda gli specializzandi in medicina d’emergenza e urgenza“.
Vergallo ha sottolineato anche la necessita di eliminare le situazioni di precariato tra gli operatori sanitari, causa di danni organizzativi negli ospedali. Gli ha fatto eco Anao Assomed, sigla sindacale dei medici italiani, che ha scritto a sua volta una lettera al Governo e alle istituzioni. Il messaggio è stato categorico: servono assunzioni per aumentare le risorse per una situazione definita “drammatica“.
“Negli ospedali la situazione è alquanto critica, perché sta arrivando un’ondata di ricoveri legata all’incremento dei contagi, a breve le terapie intensive saranno sature“, ha dichiarato Carlo Palermo, presidente di Assomed.
“Il problema dei posti c’è, ma quello principale è quello del personale. Attualmente siamo a 7mila posti letto e possiamo anche arrivare agli 8.700 previsti dal Decreto rilancio, ma se non c’è il personale il rischio è quello di abbassare la qualità e la sicurezza delle cure – ha continuato Palermo -. Bisogna soprattutto di assumere medici e infermieri, che non si formano da un giorno all’altro. È difficile trovare i medici, ma dobbiamo assumere quelli disponibili e trovare poi gli specializzandi, visto che la legge permette di assumerli dal terzo anno. È importante che il governo renda più agili gli avvisi pubblici, con massimo due settimane per valutare i curriculum e smaltire la burocrazia“.
E per quanto riguarda un nuovo lockdown? Secondo Palermo qualcosa bisogna fare e “verosimilmente avremo necessità di un lockdown abbastanza rigido, anche se magari di breve durata“. È d’accordo con lui anche l’Ordine dei Medici di Milano, il cui presidente, Roberto Carlo Rossi, ha detto che “è necessario intervenire con un lockdown immediato ed efficace“.