“Sull’area di stoccaggio al momento non abbiamo comunicazioni da Rfi circa il punto definitivo in cui sia stata individuata”. Così il Comune di Taormina fa sapere di non avere al momento ancora certezze in merito all’esatta localizzazione finale dell’area per il trattamento dei materiali che dovrà essere allestita durante i lavori di realizzazione della nuova ferroviaria. Sembra esserci, insomma, un giallo a margine dell’iter che si è avviato in questo momento verso l’appalto. Il progetto esitato in sede di conferenza dei servizi ha incassato l’ok definitivo dei vari enti al maxi-piano di ammodernamento e raddoppio della linea ferroviaria che interesserà anche Taormina con la realizzazione, inoltre, di due nuove stazioni ferroviarie a Taormina e Trappitello.
In questo contesto è stata prevista, a suo tempo, un’area di stoccaggio nella frazione taorminese di Trappitello, in un terreno non distante dall’acquedotto di Via Santa Filomena e che tra l’altro ricadeva in parte nella zona del naufragato progetto per il golf di contrada Vareggio. Il Consiglio comunale disse di no a quella previsione urbanistica, temendo infiltrazioni nell’acquedotto di Trappitello, ma la questione non sembra ancora chiusa.
Il Comune fa sapere di non avere contezza della localizzazione definitiva, se l’area di stoccaggio sia stata prevista effettivamente fuori dal territorio di Taormina, e di riflesso non si sa neanche se magari possa essersi prospettata l’individuazione comunque in zona, in un terreno privato.
Rfi aveva espresso la necessità di localizzare il deposito in un’area vicina a dove si svolgeranno i lavori poichè si tratta di una condizione imprescindibile, sia per dinamiche tecniche che logistiche. Una soluzione che era emersa era quella di spostare il deposito in un terreno privato alle spalle delle Case popolari di Trappitello. Bisogna tenere conto che l’area di stoccaggio impegnerebbe il punto prescelto per un lungo periodo nell’arco di un progetto che prevede, nel complesso, 8-9 anni. Il cantiere della nuova linea ferroviaria probabilmente scatterà nel 2022, mentre nell’anno ormai alle porte si espleterà l’appalto.
“Il materiale fratturato – ha evidenziato Italferr – è quasi un fango e quindi non è trasportabile e non è possibile trovare un’area di cantiere lontana dall’imbocco della galleria. Il materiale va portato lì, altrimenti la fanghiglia potrebbe scendere giù dai camion”.