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Ieri pomeriggio un centinaio di palermitani si sono riuniti in piazza Verdi, davanti il Teatro Massimo, per chiedere la liberazione immediata dei pescatori di Mazara del Vallo sequestrati in Libia.
L’1 settembre una motovedetta della Guardia Costiera Libica ha sequestrato due pescherecci siciliani a 38 miglia da Bengasi. Si tratta di 18 pescatori mazaresi che da più di 80 giorni non vedono la loro famiglia e i loro parenti, rinchiusi in cella lontani dalla propria terra. I pescatori secondo il Generale di Bengasi Haftar, sono accusati di aver oltrepassato le acque territoriali e di aver pescato in acque libiche.
“La concorrenza politica in Libia, la ritorsione tra gli Stati e gli interessi economici sono le cause che hanno provocato il sequestro dei pescatori. A pagarne le conseguenze sono loro stessi e i familiari che da mesi aspettano di riabbracciare i propri cari. Il ministro degli Esteri Di Maio ha affermato di lavorare per la salute e la vita dei pescatori siciliani; peccato che sono passati più di 80 giorni e del loro rientro non se ne parla” – dichiara Giovanni Siragusa di Antudo, una delle sigle che ha organizzato la manifestazione di oggi insieme a Siciliani Liberi e Attiva Sicilia.
“Abbiamo deciso di scendere in piazza per attirare una volta e per tutte l’attenzione sulla vicenda. Ci rivolgiamo soprattutto al Presidente Musumeci: cosa ha fatto per far ritornare i pescatori indietro? Nulla di concreto, solo appelli che lasciano il tempo che trovano”, conclude.
L’appello dei manifestanti, che si unisce a quello dei familiari dei pescatori, è rivolto alle istituzioni regionali e nazionali, affinché utilizzino tutti gli strumenti necessari a far rientrare i siciliani.