E’ cominciata molto prima del previsto la parabola discendente del Movimento 5 stelle. Probabilmente, non arriverà neanche alle prossime elezioni. Il disfacimento della creatura di Beppe Grillo è sotto gli occhi tutti. Ma nessuna sorpresa: un partito fondato soltanto sulla protesta non poteva avere un futuro.
Il risultato delle elezioni regionali siciliane e delle successive elezioni politiche, avevano fatto credere che fosse nata una forza politica in grado di governare l’Italia. Invece, si è rivelata una grande bluff. Tutti quegli elettori che avevano esultato, pensando che la politica fosse stata messa di fronte alle sue responsabilità e quindi bocciata, saranno costretti a ricredersi. Anzi, parafrasando il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, a proposito dei calabresi che votarono Jole Santelli nonostante sapessero che era affetta da un tumore, si potrebbe dire: avete votato M5s e questi sono i rappresentanti che vi meritate. Gente senza una vaga idea dello Stato, incapace di amministrare un condominio, che teorizza la decrescita felice, ovvero meglio tutti più poveri piuttosto che professionisti benestanti grazie al proprio lavoro. Meglio il reddito di cittadinanza che il riconoscimento del merito di chi si impegna e contribuisce a rendere grande il nostro Paese.
La rottura era nell’aria da tempo, Alessandro Di Battista ha organizzato le cose per bene, riuscendo a mettere in difficoltà il suo ex sodale Luigi Di Maio. Certo, ci saranno tentativi per fare rientrare la protesta che ha fatto implodere il M5s, ma la disfatta si annuncia inarrestabile. Saranno giorni difficili per il premier Giuseppe Conte che potrebbe improvvisamente essere disarcionato dalla carica più alta di Palazzo Chigi. Se crisi di governo dovrà essere meglio che sia immediata, prima dell’inizio della programmazione del recovery fund. Ciò eviterebbe ritardi, ma soprattutto pasticci.