I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo, su disposizione della Procura della Repubblica del capoluogo, hanno eseguito nei confronti di Vincenzo Li Calzi l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa in data 8 settembre 2020 dal Tribunale del Riesame di Palermo.
Come emerso nell’indagine “Sorella Sanità” condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, si tratta di un fidato collaboratore di Salvatore Manganaro, già arrestato in data 21 maggio 2020 in esecuzione dell’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo nei confronti di 12 soggetti responsabili, a vario titolo, di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e turbata libertà degli incanti in relazione a importanti gare d’appalto bandite in ambito sanitario.
Nel precedente provvedimento il gip non aveva disposto alcuna misura cautelare nei confronti di Li Calzi, in quanto non aveva ritenuto gli elementi investigativi raccolti sufficienti a corroborare le ipotesi accusatorie della Procura.
Il Tribunale del Riesame, accogliendo l’appello dei Pubblici Ministeri, ha disposto con il suddetto provvedimento gli arresti domiciliari nei confronti del Li Calzi per corruzione propria aggravata, in concorso con Damiani, già Direttore generale dell’ASP 9 di Trapani, Manganaro, Francesco Zanzi, amministratore delegato della Tecnologie Sanitarie spa, e Roberto Satta, responsabile operativo della Tecnologie Sanitarie Spa, in relazione all’aggiudicazione di due gare d’appalto, bandite una dall’Asp 6 di Palermo e l’altra dalla centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana, relative alla manutenzione di apparecchiature elettromedicali.
In particolare Li Calzi avrebbe svolto il delicato compito di “contabile delle tangenti” per conto di Manganaro, del quale era prestanome per le principali società di comodo e per il trust nei quali confluivano le ricchezze illecitamente accumulate.
Gli arresti domiciliari sono scattati a seguito dell’ordinanza della Suprema Corte di Cassazione del 14 dicembre 2020 che ha sancito l’inammissibilità del ricorso promosso dal Li Calzi contro il provvedimento del Tribunale del Riesame.
L’odierna attività evidenzia, ulteriormente, il perdurante impegno della Guardia di Finanza, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, per il contrasto della corruzione e delle più gravi forme di reato contro la Pubblica Amministrazione che sottraggono alla collettività risorse pubbliche, incidendo pesantemente anche sulla qualità dei servizi forniti ai cittadini, soprattutto in un settore delicato come quello della sanità.