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Campofelice di Fitalia, chiusura scuole a rischio: il paese isolato dalle frane

mercoledì 16 Gennaio 2019
campofelice di fitalia

Per gli studenti di Campofelice di Fitalia le scuole finiranno definitivamente tra sette giorni. In paese non ci sono scuole medie e superiori e fra una settimanaverrà meno il servizio privato di autobus per il trasporto degli alunni verso Mezzojuso, Lercara, Corleone e Palermo.

Della situazione si torna a parlare per la terza volta domani mattina (17 gennaio) in un vertice in Prefettura dove saranno presenti, oltre al sindaco di Campofelice, la Protezione civile, la Città metropolitana, gli Assessorati regionali alle Infrastrutture e alla Pubblica istruzione.

Tutto a causa della mancanza di strade di collegamento, una chiusa e l’altra impraticabile. “Da cinque anni – denunciamo inascoltati dice il sindaco Pietro Aldegheriquesta drammatica situazione senza avere avuto risposte concrete. Le istituzioni preposte a risolvere il problema invece di aiutarci, con la loro indifferenza e la loro inefficienza hanno messo il paese alle corde. Crollano le attività commerciali, anziani e malati sono a rischio perché le ambulanze arrivano con forti ritardi e parecchie persone stanno andando via”.

“Siamo la Regione delle chiacchiere, delle carte (abbiamo un dossier che non finisce mai) e dei problemi mai risolti, dove si è solo bravi a rimpallarsi le responsabilità e a non risolvere mai problemi. Ci siamo insistentemente rivolti a tutti – aggiunge il sindaco -, dalla Protezione civile locale sino al ministro dei Trasporti, ci manca solo il presidente della Repubblica al quale rappresenteremo la situazione nei prossimi giorni. Per dirgli se è possibile che si debba far morire un paese per una strada, i cui lavori sono tra l’altro finanziati ed i fondi non spesi da anni”.

Il paese ha due strade di accesso entrambe gestite dalla Città metropolitana di Palermo, la sp 55 che lo collega a Mezzojuso e da qui verso tutti gli altri centri e l’intercomunale IC 30 che si aggancia alla veloce Palermo-Agrigento. La Sp 55, nonostante sia l’unica via di fuga indicata dalla protezione civile in caso di emergenze, è chiusa al traffico dallo scorso mese di ottobre per caduta massi da un costone adiacente. E si aspetta da diversi mesi che si fcciano i necessari lavori di messa in sicurezza. La IC 30 è poco più di una trazzera con avvallamenti, frane, manto stradale dissestato, senza misure di protezione e con forti restringimenti. Praticamente un colabrodo. In questa strada si stanno facendo lavori per 200 mila euro, attualmente fermi per il maltempo, finanziati dalla Città metropolitana, per sistemazioni che comunque non saranno risolutive del problema che richiede interventi finanziari molto più consistenti.

Entrambe le strade da tre anni hanno un finanziamento complessivo di 3 milioni e 600 mila euro per la sistemazione definitiva che però non vengono spesi perché la Città metropolitana dice di non avere personale e risorse finanziare per fare la progettazione e mandare le opere in gara.

Diritto allo studio negato proprio a causa di queste condizioni, lo scorso mese di ottobre l’Ast ha ritenuto di non poter più percorrere la IC 30. E gli studenti sono rimasti per qualche settimana a casa. A quel punto l’amministrazione comunale si è fatta carico del problema ed ha affittato a proprie spese un pulmino privato (costo 8 mila e 200 euro) per il trasporto degli studenti e di tutti gli altri campofelicesi sino al 22 dicembre perché poi scattavano le vacanze natalizie e si pensava che alla ripresa della scuola il problema sarebbe stato risolto.

Ma al 6 gennaio non era cambiato nulla e il Comune ha fatto un nuovo contratto per 14 giorni con un’altra ditta privata (costo 3.700 euro) che scade fra sette giorni. “Dopodiché – dice il sindaco – non abbiamo più un solo euro da impiegare per il trasporto degli studenti che quindi saranno costretti a non andare più a scuola. Siamo un piccolo comune di 500 abitanti e togliendo 12 mila euro dalle casse siamo rimasti scoperti da un altro lato, quello dei servizi essenziali da dare anche a persone che vivono condizioni di forte disagio e marginalità. Ma ora non abbiamo più nulla a cui attingere”.

Inizialmente l’Ast disse di non poter più percorrere la strada con un pullman grande e che avrebbe potuto farlo con un mini bus piccolino che però doveva reperire. Quando lo ha trovato ha chiesto al Dipartimento trasporti della Regione un nulla osta che “assicurasse le normali condizioni di sicurezza della strada”. E mentre la Città metropolitana scriveva che “la strada è percorribile con una limitata velocità di 30 Km/h”, il Dipartimento infrastrutture della Regione, dopo un sopralluogo, diceva invece che “al momento non ci sono le condizioni per il rilascio del parere di sicurezza”. E L’Ast non ha quindi ripreso il servizio.

Se la strada non presenta “normali condizioni di sicurezza”, ciò vuol dire che, oltre ai disagi e ai tanti danni che si arrecano ai mezzi in transito, è a rischio anche la vita dei cittadini che l’attraversano. “Questa – conclude il sindaco – è la situazione in cui ci troviamo. Rimanere isolati completamente o rischiare la nostra incolumità ogni volta che dobbiamo percorre la strada”.

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