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L’undicesimo appuntamento con “Cogito un aperitivo per la mente” ha portato a Palermo il filosofo Giovanni Ventimiglia per parlare di gestione familiare della “cosa pubblica”, approfondendone le prospettive tra l’essere bene comune o privatistico.
In particolare Ventimiglia, studioso di Filosofia Teoretica e docente all’Università di Lucerna, partendo dalle ultime parole di Socrate e chiamando in causa anche altri filosofi, ha sottolineato la differenza, sostanziale, tra polis e tribù. Il luogo scelto per l’occasione è stato Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo.
“La tribù ha come scopo il bene dei propri figli e dei propri affilati – ci dice nella video intervista – la polis invece ha come scopo il bene di tutti, conosciuti e sconosciuti. Quest’ultima penso possa essere l’unica forma in cui poter realizzare una democrazia“.
Fondatore dell’Istituto per gli studi filosofici e Presidente dell’Aristotele College Ventimiglia ha spiegato, in modo comprensibile a tutti e con esempi concreti attinti alla tradizione culturale siciliana, sua terra d’origine, in che modo la filosofia è in grado di tracciare, ancora oggi, una strada verso la democrazia, partecipativa e attiva, l’unica possibile.
E qualora, considerati i tempi che corrono, avessimo bisogno di parametri definiti per individuare un “uomo politico” la filosofia ci viene ancora in soccorso: “Prima Platone e poi Aristotele non ritenevano che ci fosse una virtù tipica dell’uomo politico: basta essere virtuosi per essere politici dicevano“.
Come di consueto Salvo Piparo e Silvia Ajelli hanno accolto il pubblico con le loro CogitAzioni, con la direzione di Alfio Scuderi.
Cogito un aperitivo per la mente è progetto nato da una idea di Alberto e Francesca Tasca d’Almerita.