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Ad Agrigento, l’accoglienza della cultura tra i Mandorli in Fiore [Foto e Video]

mercoledì 6 Marzo 2019
Accoglienza al Mandorlo in Fiore

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Ad Agrigento si celebra “l’Accoglienza della cultura tra i Mandorli in Fiore“. Protagonisti sono dei ragazzi straordinari, migranti minori non accompagnati che, assieme ai loro coetanei del Liceo Leonardo della Città dei Templi, hanno visitato il Museo archeologico, il 26 e 28 febbraio, illustrandolo da un punto di vista storico, emozionale e lavorando insieme, anche a scuola, hanno elaborato e organizzato un progetto didattico in cui si sono ricevuti l’un l’altro quali ambasciatori del proprio paese. Dalla suggestione, che un simile luogo d’incanto ha suscitato, sono uscite fuori danze, nuove narrazioni alla comunicazione museale, storie di vita e, poi, un pranzo che ha sancito questo bel momento di unione e convivialità di una generazione aperta, dinamica, solidale.

Edizione 2018

Nell’Edizione 2018 del programma, i giovani stranieri e italiani, tra i 15 e i 18 anni e sempre del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Agrigento, si sono incontrati per una serie di visite incontro al Museo Archeologico Pietro Griffo e alla Valle dei Templi per dimostrare, attraverso vari oggetti, come le radici nel Mediterraneo siano state comuni: lucerne africane e ceramiche del VI e V sec. a. C. che hanno legato Africa, Spagna, Grecia, Italia, Libano, Siria, Israele e altri paesi, a testimonianza di come quello che oggi si è trasformato in “Monstrum” un tempo era, invece,  un gran lago che univa.

Accoglienza al Mandorlo in Fiore

Edizione 2019

Nell’Edizione 2019 si è andati oltre. I giovani protagonisti, infatti, sempre minori stranieri migranti non accompagnati, assieme ai compagni italiani, hanno continuato il percorso, iniziato un anno prima, e invece di cogliere le differenze, attraverso i siti della cultura, hanno trovato le similarità che li accomuna. Ancora una volta, teatro di questo incontro tra culture, è stato il Museo Archeologico Pietro Griffo, la Valle dei Templi e le nuove scoperte: le domus ellenistiche, le terme, il teatro, presentati secondo nuovi programmi europei del “Sito della Cultura” come “centro d’incontro e strumento di crescita tra le persone”. I ragazzi, parte di un’unica generazione, hanno utilizzato la musica come metafora di integrazione, incontro, sviluppo di competenze, oltre ogni barriera linguistica, geografica e culturale, diventando protagonisti di un musical che li ha visti occuparsi, praticamente, della produzione ed organizzazione dello spettacolo, seguiti da un team di esperti della società CoopCulture. Vari i moduli:

1.Realizzazione delle coreografie, musica e canto;

2. Realizzazione e funzionamento di luci e impianto acustico;

3. Analisi del sito dove presentare lo spettacolo: palco, sedute, prese, generatori, foyer, servizi, etc.

4. Promozione: impareranno come si realizza e sviluppa la pubblicità di uno spettacolo, partecipando alle varie attività di promozione;

5. Comunicazione: seguiti da un ufficio stampa impareranno a redigere il comunicato stampa di cui loro stessi saranno responsabili e parteciperanno alle attività di diffusione e comunicazione;

6. Public speaking: impareranno come parlare in pubblico e come esprimersi davanti ad un pubblico, un microfono, una telecamera;

7. Economia: saranno istruiti da un esperto e parteciperanno alle varie attività di spesa per lo spettacolo, bigliettazione e relative tasse;

8. Evaluation: le attività di preparazione saranno settimanali, non più di 4 ore a settimana per non violare l’attività accademica e scolastica. Al termine di ogni settimana una valutazione delle attività svolte e delle varie necessità.

9. City Report: al termine un gruppo dedicato dovrà redigere un rapporto sul quale avrà inserito tutte le persone coinvolte e risultati, mass media, difficoltà, punti di forza etc…

Il gruppo di danza e musica ha preparato due tipi di danze tradizionali, africana e siciliana, per dimostrare come queste si compenetrino e  traggano origine dallo stesso ceppo, il Mediterraneo. Durante la visita al Museo hanno indossato delle maschere realizzate da loro e dal gruppo di disegno e arte/culture (tipica maschera africana e Demetra), scambiandosele, durante la danza. Hanno registrato, inoltre, le storie di uno studente italiano e uno straniero in cui mentre l’italiano ha raccontato quelle in relazione al suo paese, lo straniero in relazione al viaggio ed alla sua terra. Le voci si sono mescolate, fondendosi.

Il gruppo Disegno Arte/cultura, con maggior numero di partecipanti, ha lavorato insieme a diverse operazioni di narrazione per giungere alla creazione di un albero della vita, un Baobab, le cui foglie sono le storie delle loro esistenze. Il disegno alternativo è quello della rappresentazione del Telamone, che andrà a completare l’albero della vita, riprodotto in situ servendosi anche di ingrandimenti fotografici. Il Telamone, la sua forza, la sua visibilità da ogni punto della città e dal mare, la sua posizione nell’atto di sorreggere l’architrave del Tempio, messo insieme all’albero della vita, significherà la forza dei contenuti delle storie di ognuno dei ragazzi in relazione a come un tempo ciascuno si immedesimava nella storia del gigante.

Il Telamone greco è rappresentato con tratti africani. Un giovane africano ha voluto rappresentare il Telamone con il suo volto e simbolo della sua storia (I Telamoni potrebbero essere stati realizzati proprio dagli schiavi cartaginesi)”. Importante leggere nella situazione del Telamone l’immedesimarsi del giovane immigrato e, anche, del giovane indigeno che ha sempre ritenuto la scultura parte originale della storia umana. Le narrazioni della vita, messe quali foglie sull’albero di Baobab, potrebbero essere comparate a quelle di tanti che hanno realizzato le sculture che tuttora sono simbolo del Tempio di Zeus.

E’ la prima volta che vedo questo genere di cose e mi ricordano la mia cultura. Tante cose hanno origine in Africa ed io la ritrovo anche qui” (Abdon Karin Dampha)

Il gruppo Contatto e Comunicazione, piuttosto eterogeneo, ha lavorato sulle lingue e sulla terminologia, analizzando una serie di oggetti, presenti al Museo, il cui nome è comune nelle lingue araba, greca, neolatina e nel dialetto siciliano in cui è pronunciato in maniera simile o del tutto uguale all’arabo. E’ stato redatto, a tal proposito, un elenco di termini ed oggetti, ad esempio:

  •  vasetto/ barattolo arabo = burnia; siciliano = buatta/burnia
  • tipo di rete da pesca=sciabbica arabo= sc-iabaka siciliano=sciabbica

Accoglienza al Mandorlo in Fiore

Lo Spettacolo

Un meraviglioso strumento di accoglienza e integrazione che, il 7 marzo, in occasione del 74° Festival del Mandorlo in Fiore, li vedrà tutti insieme appassionatamente a presentare uno spettacolo sull’emigrazione con Marco Savatteri, regista locale della Casa del Musical di Agrigento, che li ha preparati prendendo le mosse da “Camicette Bianche”, suo storico musical sui sogni e le aspettative dei migranti italiani ai primi del ‘900. Lo spettacolo musicale che, diventerà poi un format per futuri spettacoli e attività di integrazione e accoglienza, verrà presentato al Palazzo dei Congressi di Agrigento in anteprima il 7 Marzo, alle 10.30, per le scuole di ogni ordine e grado, mentre la Prima assoluta, sempre il 7 Marzo, al Palazzo dei Congressi di Agrigento, alle 21, avrà come temi la condivisione dell’emigrazione, quella italiana di qualche anno fa verso le Americhe e l’Australia e quella di oggi da altri paesi verso l’Italia e l’Europa.

L’iniziativa, curata e organizzata da CoopCulture per il Parco Archeologico e Paesaggistico di Agrigento, sarà organizzata in collaborazione con la Caritas – Migrantes e la partecipazione del Comune di Agrigento. Il professor Leonardo Guarnieri e la professoressa Daniele Rosapinta, che ha seguito la comunicazione, sono stati centrali in questo bel progetto con al centro “l’Accoglienza della Cultura” che mostra come, proprio attraverso i beni culturali e il museo, si possano capire e conoscere le radici comuni.

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