La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione alla morte di otto italiani nel disastro aereo del boeing 737 della Ethiopian Airlines. Il procedimento, coordinato dal procuratore Giuseppe Pignatone, è al momento senza indagati e ipotesi di reato.
Nello schianto, poco dopo il decollo da Addis Abeba, hanno perso la vita l’archeologo siciliano Sebastiano Tusa, il presidente dell’Ong Link 2007, Paolo Dieci, alcuni appartenenti a una onlus di Bergamo e due ragazze impegnate nel programma alimentare mondiale dell’Onu.
Intanto, la compagnia aerea rende noto tramite un bollettino su Facebook che «l’Ethiopian sta collaborato con tutte le parti interessate per condurre indagini forensi e identificare le identità delle vittime. Un comitato composto da Ethiopian Airlines, l’Ethiopian Civil Aviation Authority e l’Ethiopian Transport Authority è stato istituito per svolgere le indagini. Una volta identificate le identità delle vittime, i loro corpi saranno consegnati alle loro famiglie e ai loro cari.
Ethiopian Airlines ha già contattato le famiglie delle vittime per informarle del tragico incidente. Verranno condotte indagini per determinare le cause dell’incidente, in collaborazione con tutte le parti interessate incluso il costruttore di aeromobili Boeing, l’Ethiopian Civil Aviation Authority e altre entità internazionali».
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