“Il sistema dei pagamenti del personale dei Beni culturali si trova insabbiato nella palude della macchina regionale nell’apparente incertezza di procedure di comunicazione e di trasmissione degli atti propedeutici necessari per il pagamento di quanto dovuto”. A dichiararlo sono Michele D’Amico, responsabile regionale per le politiche dei beni culturali del sindacato dei regionale Cobas-Codir, e Simone Romano coordinatore regionale del Cupas-Codir (custodi del Patrimonio culturale siciliano), movimento che aderisce al Cobas/Codir.
“Con il ‘palleggiamento’ di documentazione da un dipartimento all’altro, Beni culturali e Funzione pubblica, introdotto con la deleteria ristrutturazione dal governo Crocetta – si legge nella nota – si produce un insostenibile ritardo nei pagamenti del salario accessorio del personale dei beni culturali: si attende il pagamento di prestazioni a partire dal 2017, tutto il 2018 e il primo trimestre del 2019”.
“A tutto ciò si aggiunge – proseguono D’Amico e Romano – un incomprensibile comportamento del dirigente generale del Dipartimento beni culturali che, dopo avere incassato i risultati di un accordo sindacale sottoscritto il 13 luglio 2018 sembra sottrarsi all’incontro con le organizzazioni sindacali, con continui rinvii del vertice con i sindacati per fare il punto della situazione e avviare i relativi pagamenti”.
“Ricordiamo – aggiungono D’Amico e Romano – che tale accordo ha permesso non solo il superamento del limite contrattuale sui festivi e sulle festività nazionali (con il chiaro scopo di favorire una maggiore fruizione dei siti culturali e una remunerazione supplementare per i lavoratori, circa 1.200 unità di personale delle aree di vigilanza, fruizione e amministrativa, che hanno aderito a questo modello contrattuale) ma, anche, il raggiungimento di uno dei suoi obiettivi impartiti dell’assessore al ramo, il compianto Sebastiano Tusa”.
“Sia chiaro che – concludono D’Amico e Romano – in mancanza dell’immediato pagamento di quanto dovuto e del perdurare di questa situazione di stallo aggravata dalla mancanza di volontà di dialogo del dipartimento Beni Culturali, il Cobas Codir e il Cupas Codir si vedranno costretti ad avviare una serie di lotte sindacali che rischierebbero di mettere in discussione la fruizione dei siti culturali siciliani nei festivi e nelle festività nazionali a partire dalle vicine festività pasquali”.