“La Regione è pronta a intervenire con urgenza per contrastare l’erosione della costa tra Porto Empedocle e Agrigento, ma l’Anas si attivi subito per accertare le cause, senza perdere altro tempo“. Queste le parole del governatore della Sicilia Nello Musumeci, al termine del vertice convocato d’urgenza, che si è tenuto nella Struttura contro il dissesto idrogeologico, di cui lo stesso Musumeci è commissario.
Nel corso della riunione è stato deciso che sarà la Regione, attraverso la propria Protezione Civile, a farsi carico del progetto di risanamento nel tratto costiero lungo la strada statale 640. A essere interessati, in particolare, sono due chilometri e settecento metri, all’uscita della galleria caos, tra Agrigento e Porto Empedocle, dove una falesia è quasi arrivata a ridosso del manto stradale.
Il progetto verrà inserito nel Piano di interventi previsti dall’ordinanza di protezione civile 558, per i quali c’è già uno stanziamento di trecento milioni di euro per il prossimo triennio. A documentare la gravissima situazione e a segnalarla alla Regione è stata, nei giorni scorsi, l’associazione Mare Amico. Non si tratterà, però, di contrastare soltanto la forza delle mareggiate. Anzi, come è emerso dal vertice, coordinato dal soggetto attuatore della Struttura commissariale Maurizio Croce, gran parte della responsabilità del fenomeno erosivo andrebbe ricercata a monte. Il sistema di raccolta delle acque che scivolano giù dalla strada statale – realizzato dall’Anas – infatti da tempo risulta danneggiato in più punti, a cominciare dal piede. Un malfunzionamento che provocherebbe un “effetto-cascata” capace di scavare la roccia, oltre a innescare una serie di altre infiltrazioni.
“Sorge il dubbio – sottolinea il presidente Nello Musumeci – che non si sia prestata finora la necessaria attenzione a quello che è lo scenario reale dell’emergenza che ci troviamo ad affrontare: eppure anche l’Anas, con i suoi tecnici, avrebbe dovuto notare che le foto scattate dall’alto documentano in modo evidente i tracciati di diversi ruscellamenti, corsi d’acqua la cui provenienza e la cui natura vanno subito accertate. La Società ha il dovere di proteggere le strade che gestisce e adesso bisogna agire urgentemente, non limitandosi però a una sistemazione idraulica dell’arteria, ma elaborando un progetto complessivo di regimentazione delle acque”.
Nel corso della riunione, la Regione ha dunque chiesto ad Anas di avviare, con il supporto dei Comuni di Agrigento e Porto Empedocle e degli enti gestori Siciliacque e Girgenti Acque, una serie di indagini, anche di natura chimica, per verificare se eventualmente possa trattarsi pure di acque provenienti da scarichi fognari di strutture e abitazioni private. Gli accertamenti dovranno riguardare anche la statale 115, parallela alla 640. Essendo realizzata a una quota più bassa, infatti, c’è il sospetto che possa provocare un effetto diga per le acque piovane che si infiltrerebbero così nel sottosuolo per poi rovesciarsi con insistenza sulle scarpate.
All’incontro erano presenti, tra gli altri, il capo della Protezione civile regionale Calogero Foti, il dirigente generale del dipartimento delle Infrastrutture Fulvio Bellomo e il responsabile del Genio civile di Agrigento Salvatore La Mendola. Una prossima riunione è stata già fissata per il 10 aprile a palazzo d’Orleans.
“Mi auguro – conclude Musumeci – che a quel nuovo tavolo l’Anas arrivi con le risposte che chiediamo e da cui partire per trovare, ciascuno all’interno delle proprie competenze, una soluzione celere e definitiva“.
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