Fino al 13 aprile presso la Galleria Nuvole si potrà visitare la mostra di Mario Di Miceli, “Segnalibri“, a cura dell’Osservatorio Outsider Art in collaborazione con le associazioni Mente Libera e Pensiamo Positivo.
La storia del segnalibro è lunga quanto quella del libro, si legge nel testo critico di Eva Di Stefano.
Perché quello che sembra un banale accessorio custodisce, invece, ben altro: “All’inizio si trattava di un semplice nastro di seta fissato alla rilegatura con la funzione di indicare il punto da cui riprendere la lettura interrotta. In seguito diventò un oggetto indipendente, verticale e sottile, da inserire tra le pagine, decorato e dipinto, povero o prezioso, personalizzato come un ex libris, fino a diventare oggetto da collezione.
L’evoluzione dell’oggetto, in effetti, è stata esemplificativa: “Il segnalibro è un compagno di lettura, ma anche un segnatempo, la lancetta di un dialogo interrotto o sospeso, di una pausa di riflessione o del sonno sopraggiunto”.
Fino a giungere al segnalibro d’autore: una piccola opera d’arte funzionale.
“Per un artista il suo piccolo formato e la verticalità rappresentano sempre una sfida: deve concentrare il proprio mondo espressivo in uno spazio essenziale, dove tutto è visibile e nessuna incertezza può essere nascosta; gli viene richiesta perciò più che mai precisione e chiarezza di segno, ed allo stesso tempo una speciale levità grafica, perché un segnalibro deve sempre accompagnare, ma non sopraffare la lettura“.
Mario Di Miceli che ama leggere quanto disegnare, sintetizza in una serie di cartoncini verticali, 21 x 6 cm, i suoi originali incastri figurativi di simboli e personaggi, tutto il suo universo fantastico e pop, fino a poco tempo fa destinato principalmente a dipinti su stoffa.
A colori con accostamenti cromatici a volte audaci, o in un più enigmatico bianco e nero, ogni segnalibro si presenta come un piccolo totem propiziatorio, a volte anche buffonesco, o come la scheggia babelica di un’altra storia nascosta forse nella nostra lettura.
Ciascuno di questi segnalibri è un’opera a sé stante, ma come con la carta di un mazzo di tarocchi, è anche possibile mescolarli tra loro e creare delle giocose sequenze.
Nei disegni netti ed angolosi si individuano torri, serpenti, alberi, case, pinocchi, pesci volanti, parti anatomiche, impilati acrobaticamente l’uno sull’altro “a suggerire un mondo alla rovescia dove si cammina sulla testa con i piedi rivolti all’insù“.
“Inseriti tra le pagine di un libro, rappresentano un respiro ironico – continua la Di Stefano – una sosta sorridente, un invito a guardare le cose da un altro punto di vista. Se invece sottratti all’uso e incorniciati, si trasformano in surreali cartoon pronti a generare una enigmatica narrazione senza parole.
L’artista è considerato un outsider dell’arte, tanto da aver riscosso la curiosità dell’Osservatorio Outsider Art, per il messaggio che veicolano le sue opere, dirette, espressione di una necessità interiore, di un istinto vitale, come quello che spinge l’albero a dare i suoi frutti. Ingresso libero.