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Dall’arte nasce arte anche a distanza di secoli: testimonianza ne è la grande mostra “Icone. Tradizione/Contemporaneità – Le Icone post-bizantine della Sicilia nord-occidentale e la loro interpretazione contemporanea”, allestita nell’Aula Capitolare di San Placido del Museo Diocesano di Monreale (via Arcivescovado, 8).
Ideata da Vassilis Karampatsas e Francesco Piazza, che l’ha curata insieme a Giovanni Travagliati, è organizzata dalla Comunità Ellenica Siciliana “Trinacria”.
Punto di partenza dell’esposizione è il dialogo tra storia e contemporaneità, a partire dalla conoscenza delle testimonianze culturali iconografico-liturgiche post-bizantine nella Sicilia nord-occidentale, e, in particolare, la produzione di immagini sacre da parte di maestranze veneto-cretesi, destinate alle comunità cattoliche di rito greco insediate sul territorio già a partire dal XV secolo.
Partendo dai pezzi “classici“, alcuni rarissimi e pregiatissimi come la Croce astile bifacciale, esposta per la seconda volta nella storia come ci dice Piazza nella video intervista, attribuita al Maestro dei Ravdà risalente alla fine del XVI secolo, dodici artisti contemporanei, sei siciliani e sei greci, si sono lasciati ispirare creando, ex novo, altrettante opere che, nell’accostamento a quelle esistenti, ne esaltano le preziosità.
Il risultato sono dodici visioni, ovviamente diverse nella loro espressione, frutto di sentimenti laici o di fede come ci ha detto Ignazio Schifano, uno degli artisti in mostra insieme a Giuseppe Bombaci, Sandro Bracchitta, Giorgio Distefano, Roberto Fontana, Antonino Gaeta, e a Manolis Anastasakos, Dimitris Ntokos, Nikos Moschos, Kostantinos Papamichalopoulos, Zoi Pappa, Christos Tsimaris.
Visitando l’esposizione non si può fare a meno di ammirare i pezzi antichi non separandoli da quelli di neo fattura, tutti molto particolari tra i quali spiccano “Deisis” di Giorgio Distefano, “Gratitude” di Moschos, in dialogo con “Theotòkos Hodighìtria“, e il “Theosis” di Zoi Pappa, presente all’anteprima, in rapporto con “Cristo benedicente con entrambi le mani“, dove le ali degli angeli, che via via vanno bruciando, fanno da cornice ad un opera altamente simbolica e allegorica.
La mostra ha l’obiettivo di evidenziare l’intenso e importante connubio culturale tra la Sicilia e la Grecia, tramandatoci nei secoli soprattutto nella sua componente più alta, ossia quella religiosa, anche nei delicati momenti che hanno segnato la storia delle comunità greche e albanesi nel XV e XVI secolo, a seguito della diaspora.
A tal proposito dopo Monreale, dove rimarrà fino al 4 settembre, si sposterà ad Atene, grazie alla collaborazione fra le istituzioni diplomatiche, culturali e di promozione turistica dei due Stati.
Dal martedì al sabato dalle 9,30 alle 15,30; chiusura domenica e lunedì (ingesso 4 euro, comprensivo di ingresso alle sale espositive del Museo Diocesano).
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