Nuova sfida per trattenere al Sud i giovani laureati più talentuosi, limitando la fuga di cervelli che sta raggiungendo cifre esponenziali.
È questo l’obiettivo della scuola superiore Sant’Anna di Pisa, che si propone di avviare un centro di innovazione tecnologica a Napoli per i talenti del Mezzogiorno e, quindi anche della Sicilia.
Dal 2002 al 2017 il Sud ha perso circa 600mila giovani, di cui 240mila laureati; nel solo 2017 i giovani emigrati sono stati 35mila.
In base ai dati pubblicati oggi sul quotidiano La Sicilia, mancano all’appello 45.222 siciliani che si sono trasferiti al Centro-Nord per laurearsi e trovare lavoro. Il tasso di mobilità sfiora il 28%. La Sicilia è, al Sud, la regione che paga il prezzo più alto alla “fuga di cervelli”. In tutto il Mezzogiorno gli immatricolati in quell’anno accademico erano 674.519, quelli iscritti in atenei meridionali erano 520.631. Il differenziale, pari a 153.888, mostra che l’Isola conta quasi un terzo del totale dei meridionali emigrati al Centro-Nord per motivi di studio.
Il progetto sarà promosso con un seminario, organizzato dall’associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno (SVIMEZ), che si terrà lunedì 27 maggio alle ore 17,30 a Roma.
“Un’industria basata sulla conoscenza: la nuova sfida del Mezzogiorno” è il tema dell’evento, ispirato al quaderno Svimez “Il problema del rinascimento dell’industria manifatturiera: la sfida del Mezzogiorno”, scritto da Riccardo Varaldo, economista industriale, docente emerito della Sant’Anna.
L’incontro sarà presieduto da Giuliano Amato, giudice emerito della Corte costituzionale, e ci saranno inoltre gli interventi di Luca Bianchi e Adriano Giannola (presidente Svimez), Marcella Panucci (direttore di Confindustria), Antonio Pedone (socio dei Lincei), Alessandro Profumo (amministratore delegato di Leonardo spa e presidente della Fondazione R&I) e Dario Scannapieco (vicepresidente della banca europea degli investimenti).