Il Segretario Generale della CGIL Ignazio Giudice con il Segretario Generale FP CGIL Rosanna Moncada intervengono con una nota in cui affrontano la questione della Sanità pubblica in provincia di Caltanissetta.
“Tante voci un unico grido: la Sanità pubblica in provincia di Caltanissetta è al collasso! Eppure basterebbe poco, basterebbe ascoltare, basterebbe incontrarsi tutti, confrontare le proprie esigenze e proporre ognuno per la parte di società civile che rappresenta possibili elementi di risoluzione. Ma le voci continuano ad essere tante e divise come le responsabilità di coloro che si contengono ruoli e funzioni.
Perché sfugge che tra le tante voci quelle più inascoltate restano sempre quelle dei lavoratori che ogni giorno si recano nei Presidi Ospedalieri per garantire la salute di tutti, e quelle del malato che è costretto a subire lunghe liste di attesa, lunghissime soste nei pronti soccorsi in attesa di un ricovero o di un soccorso in fase di emergenza.
Abbiamo visitato gli Ospedali della Provincia – spiegano i sindacalisti – abbiamo parlato con i lavoratori, abbiamo ascoltato le loro parole cariche di rabbia ma anche di tanta rassegnazione perché quotidianamente devono scontrarsi con un sistema sordo che sembra sempre più allontanarsi da quell’idea del sistema di servizio sanitario nazionale pensato e fondato sui principi della nostra Costituzione. Ci riferiamo ai tanti Ausiliari, operatori sanitari/infermieri professionali, medici, personale amministrativo che da tempo tamponano una situazione che non tarderà a esplodere in tutta la sua gravità.
Ci siamo immedesimati in loro non solo perché siamo un Organizzazione Sindacale che tutela i lavoratori e si propone come principale obiettivo la dignità del lavoro e la lotta contro ogni forma di discriminazione nei posti di lavoro, ma ci siamo confrontati anche come utenti, come malati, come persone che rivendicano il diritto alla salute e ciò che deve prescindere dal reddito individuale quindi alla corsa alla sanità privata anche per la diagnostica dato che avendo i soldi l’ecografia, la tac, la risonanza puoi ottenerla nel giro di qualche giorno e magari ti salvi, in caso di patologia tumorale.
La salute è un bene che appartiene a tutti i cittadini in quanto tali, prescinde dalla razza dal colore della pelle dal lavoro che si svolge.
La salute è un bene che non può essere governato solo dal sistema sanitario e se oggi siamo a questo punto è perché non si condivide il senso di partecipazione sociale che scaturisce quando le Amministrazioni sanitarie e la politica non si fermano ad ascoltare la voce dei cittadini , delle parti sociali e sindacali.
Non condividiamo le parole dell’Assessore Razza quando pensa di utilizzare medici pensionati o medici militari o quando decide di mortificare il nostro territorio con provvedimenti che isoleranno sempre di più la nostra provincia, ogni singolo Comune. Le gravissime carenze di tutto il personale specializzato non possono essere risolte con questa sorte di “riparazioni caserecce”. È necessario un piano di reclutamento del personale straordinario che vada al di là dei proclami e che garantisca tutti questi lavoratori che non possono più ad oggi essere garantiti nei loro diritti fondamentali e che sono mortificati da anni da una campagna denigratoria che oggi è una delle cause delle continue aggressioni a danno degli operatori sanitari che si consumano negli Ospedali partendo dal pronto soccorso.
Gli stessi professionisti che però hanno dato dimostrazione di un grande senso del dovere e di abnegazione quando proprio due giorni fa a Gela a causa di un gravissimo incendio scoppiato all’interno di un mercatino rionale diverse persone sono rimaste ustionate gravemente.
Per questo Condividiamo appieno le parole del Vescovo di Caltanissetta e lo ringraziamo per aver ancora una volta parlato alla coscienza di ognuno di noi, per la scelta di farsi interprete di un disagio concreto che deve arrivare ai piani alti delle Istituzioni politiche che non devono e non possono declassare la vita di 270 mila cittadini sparsi in 22 Comuni che rivendicano chiarezza e non più mobilità sanitaria passiva, cioè quella voce di bilancio dell’Asp che certifica la quantità di cittadini della provincia di Caltanissetta che si ricoverano fuori provincia o fuori regione ma a pagare e sempre l’Asp della provincia nella quale si risiede ed i milioni di euro, cioè Euro 96.504.594,063 (mobilità passiva regionale cioè soldi dei 270 mila abitanti della provincia di Caltanissetta che vanno nelle Asp di altre province) sono talmente tanti da far rabbrividire, di questi euro 17.478.580,86 (mobilità passiva extraregionale cioè altre regioni).
Con gli stessi milioni di euro potevano essere utilizzati per fare assunzioni e comprare strumenti per la diagnostica così da bloccare il processo sanitario migratorio, insomma con gli stessi milioni di euro la politica regionale potrebbe finalmente dare dignità ad un popolo che la pretende da decenni, che non vuole morire per la mancata assistenza e cura, stanco dei viaggi della speranza”, concludono Moncada e Giudice.