E’ finita dopo circa 3 ore l’udienza di convalida, davanti al gip Alessandra Vella, dell’arresto del comandante della Sea Watch3, Carola Rackete.
L’ordinanza sarà emessa domani 2 luglio.
La trentunenne tedesca resta, intanto, agli arresti domiciliari in un’abitazione privata di Agrigento. Il 29 giugno aveva attraccato a Lampedusa, dopo aver forzato il blocco della guardia di finanza, al comando di una nave con 42 migranti a bordo.
“Credevo che la motovedetta si spostasse, non volevo colpirli”, ha detto durante l’interrogatorio al giudice per le indagini preliminari.
Di parere opposto il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio che, a udienza terminata, ha affermato che “Non è stata un’azione necessitata. Non c’era uno stato di necessità poiché la Sea Watch attraccata alla fonda aveva ricevuto, nei giorni precedenti, assistenza medica ed era in continuo contatto con le autorità militari per ogni tipo di assistenza, per cui, per il divieto imposto dalla Guardia di finanza di attraccare, non si versava in stato di necessità”.
“Dalla giustizia mi aspetto pene severe per chi ha attentato alla vita di militari italiani e ha ignorato ripetutamente le nostre leggi. Dagli altri Paesi europei, Germania e Francia in primis, mi aspetto silenzio e rispetto. In ogni caso, siamo comunque pronti ad espellere la ricca fuorilegge tedesca”. Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini, pochi minuti dopo la fine dell’interrogatorio della Rackete.
Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, l’ha convocata per il 9 luglio, per rendere interrogatorio in qualità di indagata per l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell‘immigrazione clandestina. Si tratta del primo fascicolo aperto nel quale viene contestata anche la “disobbedienza a nave da guerra”, che scaturisce dall’avere violato il divieto di ingresso in acque italiane trasportando i migranti.
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