Un assessore all’Energia, Pierobon, oggi abbastanza turbato. Incalzato dalle domande del presidente della commissione Antimafia, Claudio Fava, nell’arco della sua audizione in merito ai fatti sul ‘caso Arata’ , ha espresso le proprie giustificazioni sulla vicenda.
qualche giorno fa, in conferenza stampa, l’assessore aveva dichiarato ai giornalisti di non aver dato troppa confidenza al faccendiere Arata, ma i suoi incontri e i suoi contatti telefonici sembrerebbero smentire la sua tesi. Discrepanti sembrerebbero anche le dichiarazioni fatte in commissione Antimafia dal dirigente responsabile dell’Ufficio Speciale, Salvo Cocina, rispetto a ciò che oggi ha dichiarato lo stesso assessore.
Pierobon ha affermato di aver incontrato Arata ad agosto scorso, ma Fava lo incalza: “scusi, dalle intercettazioni lei il 25 giugno chiama Arata dandogli del tu e assicurandogli che Cocina avrebbe firmato il decreto”. Pierobon ribatte: “Guardi, a me non risultano incontri a giugno, comunque non so. Io ho chiamato Cocina perché Arata paventava azioni civili contro la Regione e voleva una risposta. Io ho chiamato Cocina per dirgli di dare una risposta, o si o no. E Cocina mi dice che stava firmando. Così ho chiamato Arata che mi pressava. Ma io non ho detto di dire sì o meno, ma solo di dargli una risposta.Io mi attivavo per far avere risposte, se mai avessi poi avuto il minimo sentore di quello che c’era dietro Arata guardi nessuno l’avrebbe passata liscia“.
Fava ha anche chiesto all’assessore come mai avesse chiamato l’assessore Cordaro per far sollecitare un provvedimento: ”L’assessorato ha un dovere di serietà e di rispetto dei tempi” ha risposto. ”Ma lei fa così per qualunque imprenditore si presenti in assessorato?” chiede Fava. ”Assolutamente sì’‘ ha detto Pierobon. E sulla celerità delle sue risposte alle richiesta di Arata ha aggiunto: ”Faccio tutto subito, chi mi conosce lo sa’‘.
Infine l’assessore tiene a precisare in audizione che: “Ho parlato in generale a Musumeci del fatto che mi sembrava vergognoso che i privati scappano dalla Sicilia. Il figlio di Arata mi ha raccontato del loro socio che era andato via e così dicevo ai miei colleghi della giunta: ‘Vi rendete conto che qui c’è gente con i soldi che va via?’. Non ne ho mai parlato nello specifico con Musumeci“.