Scopello, Monreale, San Martino delle Scale, Bonagia, Gibilrossa, Partinico. Sono solo alcune delle zone colpite nelle scorse ore dagli incendi che hanno messo a dura prova la Sicilia. Puntuali come un orologio svizzero, è bastata un’ondata di scirocco, per far tornare i roghi un po’ dappertutto.
Ci risiamo. Pensare a coincidenze e ad episodi di autocombustione, evidentemente, è fin troppo ingenuo, perchè con molta probabilità dietro al proliferare delle fiamme ci sono i soliti criminali che, tanica alla mano, pensano che i boschi siciliani siano “cosa loro”.
La cronaca, purtroppo, è quella di sempre: vegetazione in fiamme, vigili del fuoco e protezione civile in allerta, canadair in azione e allarme generale. Stavolta, in alcuni casi, come a Scopello e a Monreale, molte persone sono state costrette anche ad abbandonare in fretta e furia le proprie case lambite dalle fiamme. E così, mentre il parlamento regionale è già in vacanza, l’emergenza quotidiana non va in ferie, così come gli incendiari sono tutti ai propri posti di combattimento, veri e propri assassini dei boschi e della nostra terra.
Quanto basta per porsi alcuni quesiti: la regione siciliana ha fatto tutto il possibile per prevenire gli incendi che, anche quest’anno sono tornati puntuali con il grande caldo? Perchè nella Sicilia degli oltre ventimila forestali accade tutto questo? Chi c’è dietro ai roghi? Domanda retorica, forse, ma è necessario porsela sempre con forza, perchè chi appicca il fuoco non la faccia franca, come purtroppo spesso avviene.
Nei giorni scorsi un segnale importante è arrivato dal governo nazionale, con il sottosegretario al Ministero dell’Interno Stefano Candiani, che ha voluto incontrare il personale dei pompieri del distaccamento Sud di Palermo, per esprimere loro solidarietà dopo che una squadra di Vigili del fuoco a fine luglio era stata colpita da una sassaiola da parte di sconosciuti mentre spegneva un incendio nel capoluogo siciliano. Una presenza, che serve a ricordare a tutti che chi combatte ogni giorno sul territorio non è da solo in questa guerra.
Sì perchè la sfida è quella di sempre: da un lato la legalità, le regole e chi le fa rispettare e dall’altro, delinquenti senza scrupoli che distruggono boschi e campagne e sfidano le istituzioni. Una guerra che i Siciliani devono vincere, perché la nostra terra è patrimonio di tutti e chi la brucia merita di finire in galera e di restarci a lungo.