Una vera e propria rete organizzata e specializzata nello spaccio di droga. Questo sarebbe lo scenario in cui si colloca la c.d. “operazione Lulù“, condotta nella notte dai militari della Compagnia Carabinieri di Caltanissetta, unitamente al personale del Comando Provinciale di Caltanissetta, dalla Compagnia di Cantù, dalla Compagnia di Canicattì e un’unità antidroga del Nucleo Cinofili di Palermo.
Su disposizione dell’autorità giudiziaria nissena, i militari hanno eseguito un ordinanza di custodia cautelare, nonché misura degli arresti domiciliari e dell’obbligo di dimora presso il Comune di residenza, disposti nei confronti di 11 soggetti, ritenuti a vario titolo responsabili della commissione del delitto di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e concorso in associazione a delinquere finalizzata allo spaccio.
L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Caltanissetta, è stata emessa a seguito di articolata attività d’indagine partita nel 2016 e condotta dalla Sezione Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Caltanissetta, unitamente alla Tenenza Carabinieri di San Cataldo, coordinati dalla locale Procura, che ha consentito di disarticolare una consorteria criminale operante sul territorio di San Cataldo, dedicata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Durante le attività d’indagine, servendosi di mirate attività d’intercettazione, oltre ad accertare il vincolo associativo tra i diversi componenti del sodalizio criminale, si appuravano le responsabilità di Michele Cordaro, riconosciuto come organizzatore e promotore dell’intera rete criminale. Il tutto è stato reso possibile dalla condizione del vincolo associativo di tipo mafioso nel quale Cordaro risulterebbe tutt’ora coinvolto.