Il sindacato Cobas/Codir ha depositato al Tar Sicilia un ricorso chiedendo ai giudici amministrativi l’annullamento dei bandi di concorso alla Regione, chiusi a fine febbraio con quasi 200 mila istanze per 1.170 posti, la quota maggiore nei Centri per l’impiego.
“Appare necessario tutelare le legittime aspettative di progressione di carriera del personale dipendente della Regione e, al contempo, consentire il necessario ricambio generazionale all’interno dell’amministrazione aprendo i pubblici concorsi a nuove leve, ma nel rispetto delle normative vigenti e nel rispetto di tutti i lavoratori – sostiene il sindacato dei dipendenti regionali – Il governo regionale, fino ad ogg,i ha ritenuto di mortificare i propri dipendenti che da oltre vent’anni non vengono interessati da alcuna progressione di carriera e possibilità di crescita professionale bandendo dei concorsi illegittimi in quanto, contrariamente a quanto previsto dalla Legge, non ha preventivamente verificato la possibilità di coprire i vuoti di organico anche tramite figure professionali già presenti nei propri ruoli“.
Il Cobas/Codir lascia comunque aperto uno spiraglio e sottolinea di essere pronto a ritirare il ricorso se “il governo della Regione dovesse dimostrare con atti concreti di condividere le legittime aspettative dei lavoratori e adeguare il proprio operato alla legge in vigore“.
“Tale percorso a tal punto non può che avvenire sul tavolo sindacale dove l’esecutivo deve appostare le dovute risorse per potere effettuare una riclassificazione di tutto il personale su un nuovo sistema classificatorio che produca efficacia ed efficienza della macchina amministrativa e il riconoscimento del lavoro svolto da tutto il personale – aggiunge il sindacato – A tal fine è necessario che il governo, partendo dalla specificità tutta siciliana che vede quasi tutto il personale svolgere mansioni diverse da quelle contrattualizzate provveda a rinegoziare con il governo centrale il vincolo dello 0,55 della massa salariale equivalente a poco più di 2 milioni di euro destinabile alle riforme del personale“.