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Una cinquantina di studenti aderenti alla campagna regionale “Si resti arrinesci” si sono riversati oggi alla villa Garibaldi di Piazza Marina a Palermo per attuare un flash mob che ha visto come protagonista il monumentale Ficus Macrophylla, uno dei simboli della città.
I giovani delle scuole e dell’università di Palermo si sono stretti attorno al grande albero e hanno esposto dei cartelli ove erano scritte delle frasi evocative di noti autori sul tema delle radici, fra queste “Non regalarmi fiori recisi, anche se sono di un immensa bellezza. Non accetto più niente, nella mia vita, che non abbia radici” “Fate come gli alberi: cambiate le foglie, non le radici” di Hugo, o ancora “Un albero senza radici è solo un pezzo di legno” di Marco Pierre White.
Altri cartelli riportavano alcune proposte pratiche che i giovani avanzano per contrastare l’esodo giovanile, caratterizzato da cifre sempre più allarmanti: borse di studio per gli universitari che decidono di ritornare, un corso di ingegneria navale, il tempo pieno. Parole chiave, infine, su altri cartelli, che richiamano a delle istanze di base per il miglioramento della generale qualità della vita in Sicilia e che palesano il disinteresse della politica; ecco che si legge: fondi per la ricerca, servizi, infrastrutture, lavoro, investimenti per scuola e università.
I giovani hanno poi strappato simbolicamente dei biglietti aerei che rimarcare il senso di fondo della campagna. Solo restando si possono cambiare le cose. Loro questa scommessa hanno deciso di farla. “A facimu sta scummissa?” dicono con tono deciso e provocatorio.
Un’azione simbolica e comunicativa questa di oggi per affermare l’importanza dell’attaccamento alla propria terra, per far emergere le mancanze della governance e per ricordare la manifestazione regionale che venerdì alle ore 9.00 partirà da piazza Verdi. Un primo grande appuntamento di piazza indetto dalla campagna regionale Si resti arrinesci che in poche settimane si è diffusa su tutta l’Isola.
Per l’occasione si prevedono diversi bus organizzati da tutta la Sicilia come Messina, Catania, Belmonte, i paesini delle Madonie.
“Le forti radici aeree di questo ficus, raggiungendo il terreno diventano tronchi supplementari…veri e propri pilastri che favoriscono il sostegno del grande peso man mano acquisito dalla sommità dell’albero. Ecco, esso ci dimostra che nell’attaccamento alle radici insiste la nostra forza e la nostra stessa esistenza. Un popolo che rimane attaccato alle proprie radici è in grado di resistere e di trasformare un presente di miseria in cui l’emigrazione viene presentata come l’unica soluzione” afferma Andrea De Pasquale, studente del liceo Benedetto Croce.
“Invertire la rotta si può. Guardare alla realtà che ci circonda con occhio attento e critico, imporci sullo status quo per pretendere da chi ci governa nuovi modi di intendere i territori e i relativi modelli di sviluppo. È giunto il momento di emergere con tutto il nostro protagonismo per costruire quelle condizioni che ci possano permettere di restare. La manifestazione di venerdì è un primo grande momento per far sentire la nostra voce!”, afferma Ludovica Di Prima del liceo Umberto I.
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