La Procura di Palermo ha fermato 5 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa e favoreggiamento. In carcere sono finiti il capomafia di Sciacca Accursio Dimino, Antonello Nicosia, membro del Comitato nazionale dei Radicali italiani, Paolo Ciaccio, 33 anni, Luigi Ciaccio, 33 anni, e Massimiliano Mandracchia, 46 anni, tutti di Sciacca.
L’arresto dei cinque è stato disposto nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Passepartout”
Nicosia per anni è stato impegnato in battaglie per i diritti dei detenuti. Insieme a una parlamentare di Leu adesso passata a “Italia viva” di Renzi, la deputata Giusy Occhionero, di cui è stato collaboratore, ha incontrato diversi boss detenuti.
La deputata è estranea all’indagine, ma per i magistrati l’esponente dei Radicali avrebbe fatto uscire dal carcere messaggi dei boss, diretti a chi stava fuori.
Secondo la Procura, infatti, non si sarebbe trattato solamente di visite a scopo umanitario, ma Nicosia avrebbe fatto da tramite tra capimafia, alcuni dei quali al 41 bis, e i clan, portando all’esterno messaggi e ordini precisi.
Un uomo dalla doppia vita secondo chi indaga: Antonello Nicosia era particolarmente noto perchè conduceva un programma televisivo, “Mezz’ora d’aria” ed è direttore dell’Osservatorio internazionale dei diritti umani onlus. Di recente aveva partecipato alla “Leopolda” renziana. Tuttavia, in una conversazione intercettata aveva definito Matteo Messina Denaro come “il primo ministro” e un’altra volta avrebbe rivolto insulti al giudice Falcone: “La strage di Capaci? Un incidente sul lavoro”.
L’accusa per lui è di “Associazione mafiosa”. Il fermo è stato disposto dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Geri Ferrara e Francesca Dessì.
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