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La storia si costruisce con i passi dell’uomo, tra questi gli atti creativi: così fu trent’anni fa quando l’Europa vide crollare il muro di Berlino e, forse per sottolinearne l’importanza storica e sociale, la grande coreografa Pina Bausch inaugurava, nello stesso anno proprio con un crollo in scena di una parete di mattoni, il suo capolavoro “Palermo Palermo“.
A trent’anni di distanza, al teatro Biondo che la accolse allora, è stato presentato in anteprima mondiale un’inedita versione cinematografica dello spettacolo, realizzato dalla Pina Bausch Foundation, tratto dalle riprese effettuate in dieci diverse repliche.
La proiezione è stata una tappa del progetto, più ampio e articolato, palermoWpalermo fortemente voluto dal sindaco Leoluca Orlando e dalla direttrice del Biondo, Pamela Villoresi, in sinergia con la Compagnia di Wuppertal, il figlio della coreografa Salomon Bausch, oggi direttore esecutivo della Pina Bausch Foundation, Ismael Dia, direttore dell’Archivio della Pina Bausch Foundation, che ha curato l’edizione del film, Elisabeth Hayes, presidente del Comitato Consultivo della Pina Bausch Foundation, e i danzatori del Tanztheater Wuppertal Beatrice Libonati, Jan Minarik e Mariko Aoyama, che furono tra gli interpreti della storica edizione dello spettacolo e che svolgeranno un workshop con gli allievi della Scuola del Biondo, diretta da Emma Dante.
Da questi incontri nascerà il nuovo spettacolo che racconterà, trent’anni dopo, ancora una volta, la città attraverso la lente speciale dell’arte che mai deforma, se saputa usare.
Quando arrivò a Palermo la Bausch rimase tre settimane girando tra i vicoli del centro storico e lasciandosi ispirare dalla moltitudine di sfaccettature che giungono, a tratti violente, sotto gli occhi di chi la vede la per la prima volta. Ma alla mente geniale della Bausch, che definire coreografa, seppur di fama mondiale, sarebbe riduttivo, non sfuggirono i caratteri e le anime del capoluogo che poi ripropose in scena.
Lo spettacolo, rimasto da allora nell’immaginario di quanti lo videro e tra i desideri di quanti invece non riuscirono, e che oggi possono goderne la visione, è un corollario di camei estremamente ricercati, nella forma e nella sostanza, che raccontano della città senza scadere nella retorica e realizzando, oggi possiamo dirlo, uno spaccato dal valore artistico unico, senza tempo, dove la danza si mescola alla performance teatrale e alle sonorità, elemento fondamentale della pièce.
Guardando la versione cinematografica dello spettacolo, di rara bellezza e profonda ricercatezza stilistica in ogni suo dettaglio, non ultimo l’interpretazione degli attori danzatori, tutti bravissimi, ci siamo interrogati sull’impatto che ebbe lo spettacolo sulla città che, allora di sicuro, era ben diversa da oggi.
La potenza di questo spettacolo, che manifesta ancora il genio di una donna che ha vissuto lasciandosi permeare dalle sensazioni e restituendole, attraverso le sue coreografie, al prossimo, sta dunque nell’aver realizzato un’antologia, non completa come disse allora la stessa Bausch, degli umori della città in assoluta fedeltà.
Il pubblico del Biondo, trent’anni dopo, ha applaudito calorosamente regalando anche una standing ovation finale ad alcuni dei danzatori presenti nel cast dell’epoca. In platea erano presenti anche Roberto Scarpinato, Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Palermo e il senatore Pietro Grasso.