L’artista americano Ryan Mendoza, trasferitosi da Berlino alle pendici dell’Etna, a Dagala, dove nel verde dell’attiva signora ha impiantato il suo nuovo studio, presenterà alla Fondazione Brodbeck di Catania (via Gramignani, 93) “Active Shooter“.
Curata da Gianluca Collica, la mostra, un percorso inedito di opere, verrà inaugurata domenica 24 novembre.
La ricerca di Mendoza è lo specchio su cui si riflette, in un impietoso gioco di rimandi, l’immagine decadente della società contemporanea.
Active Shooter allude ad una personalità ironica, dalla presunta onniscienza, un attivo sparatutto, abile mistificatore e geniale sapientone.
Un simpatico ‘minchiataro’, un tenero eroe quotidiano: lo si potrebbe parafrasare, con debito rispetto, a un altro titolo ben più noto e siciliano fino al midollo “uno, nessuno e centomila“.
Persone, la cui etimologia risale al latino personam: maschera d’attore, e maschere sono i soggetti di Mendoza; sempre in bilico tra l’essere superuomini e le loro intime fragilità.
Il percorso espositivo
Negli spazi della Fondazione le opere invitano ad un percorso inedito, dove il fruitore appare come un voyeur colto in flagrante nell’atto di spiare angoli nascosti in cui si consumano vicende interiori e ambigue di normale quotidianità.
Scene allestite in fatiscenti locali arredati con pretenziose carte da muro che riecheggiano lo sfarzo delle antiche dimore siciliane.
Su queste Mendoza dipinge provocatori e comuni slogan, debitamente censurati, e persone.
Motti ed eroi comuni, una eco distorta, distonia personale che tristemente svela le nostre debolezze e decadenza. Svelando la formula magica grazie alla quale la società ci accetta.
Nei suoi dipinti è evidente lo scontro tra valori opposti.
Ambiguità, xenofobia, dominazione, pornografia, lussuria, voyeurismo, odio fanno il verso a chiarezza, integrazione, dipendenza, castità, riservatezza, amore, intimità senza mai esprimere un giudizio.
Semmai interrogativi inquietanti sui valori su cui si fonda la nuova etica sociale.
Traspare la grande capacità di legare la visione pop e orizzontale della cultura americana, con la stratificazione barocca del pensiero europeo, creando in tal senso quel cortocircuito che stuzzica la capacità critica e invita a riflessioni.
Su come appariamo e su come intimamente siamo, in un gioco ambiguo e tanto intrigante quanto è la personalità ironica e seria dell’artista americano.
I Dipinti
I dipinti dialogano con altri elementi scultorei, gli “specchi”.
Ricche cornici in ceramica, specchiere vuote che, come buchi neri, risucchiano persone e restituiscono individui.
Meccanismi in grado di fermare il tempo e trasportare in una dimensione personale in cui cade la maschera e si manifesta l’intima coscienza di ciascuno.
Una mostra mirabile dove l’irriverenza spocchiosa dell’artista americano, la sua poetica sfacciata e ironica, ci costringono a guardare oltre.
Per scoprire un individuo che nel rispetto dei valori pubblici e privati sposta il limite della propria coscienza sempre più in avanti, nella speranza di fare il paio con i propri sogni.
L’esposizione, fruibile fino all’1 marzo 2020, è ad ingresso libero su appuntamento al numero +390957233111.
- Foto courtesy Fabia Mendoza.