E’ stato in silenzio per oltre un anno. Sin da quando, da dicembre 2020 fino ai primi mesi del 2021 è finito, insieme ad altri, nel mirino nelle dirette facebook dell’allora sindaco Cateno De Luca, nella Messina zona rossa. Nei giorni scorsi è tornato di nuovo protagonista di un’altra diretta facebook, sempre di De Luca, che lo additava insieme al cugino Maurizio Croce, entrambi finiti tra i nomi dei papabili candidati del centrodestra alla poltrona di sindaco.
IL POST SU FACEBOOK
Ma stavolta Ferdinando Croce ha detto la sua, con un lungo post su facebook con il quale ha ripercorso l’angoscia della pandemia, la dignità di chi si è speso senza respiro, la passione di chi la politica la fa da ragazzino e vuol continuare a farla, indipendentemente dagli haters e dai leoni da tastiera. A testa alta.
ATTACCA PER “BRUCIARE” I NOMI
“Sì, Maurizio Croce ed io siamo parenti- scrive Ferdinando Croce- e Maurizio è una persona che stimo e rispetto. Un professionista, un dirigente impegnato. Una persona per bene. Non certo un prestanome. E a lui esprimo la mia vicinanza per le volgari considerazioni che gli sono state espresse contro dal sindaco dimissionario. L’ex sindaco Cateno De Luca che si è dimessi per assecondare l’ambizione di correre per la presidenza della Regione Siciliana. Lo stesso De Luca ex onorevole dell’Ars dimessosi dall’Ars per l’ambizione di correre per l’ambizione per la sindacatura di Messina. Il “perennemente in campagna elettorale” ex Sindaco, ex Onorevole, ha speso il mio nome come candidato della coalizione di centrodestra. La strategia è chiara, vista e rivista: a suo modo, lui detta i tempi, lui fa i nomi che NON vuole rischiare di trovarsi di fronte in campagna elettorale, sperando così che siano letteralmente bruciati”.
I PATTI DEL CANNOLO
Croce ricorda come l’ex sindaco (ed ex deputato regionale) non è componente della coalizione e parla da esterno (“politicamente attempato, invero”), salvo poi impegnarsi in vari accordi, dal “patto della pignolata, del cannolo, della braciola, del pesce stocco e via via scorrendo tutto il menù dei nostri prodotti tipici. Ma il nome del candidato della coalizione sarà scelto in modo totalmente indipendente dalle sue invettive, dai suoi consigli, dai suoi tentativi di neutralizzare chicchessia usando questa strategia fondata su una psicologia inversa che, mi si consenta di dire, è piuttosto dozzinale e banalotta”.
UN PROGETTO PER MESSINA
Croce ricorda poi che in una coalizione, per di più molto ampia come quella del centrodestra, è normale che la condivisione su nomi e progetti richieda tempo, ancor di più se in discussione ci sono elezioni in due Città Metropolitane ed alla Regione. Alle amministrative non si presenta UNA PERSONA, ma un progetto che, per essere attuato, non ha bisogno soltanto di un frontman o woman ma di una squadra. Un progetto PER MESSINA (non per una campagna elettorale!) deve interessare amministratori, parlamentari dell’Assemblea regionale, di Camera e Senato, consiglieri uscenti, candidati, dirigenti, gruppi e associazioni.
Le istanze di un Comune del resto, evidenzia Ferdinando Croce, hanno un’interfaccia che, giocoforza, è sia regionale che nazionale. Del resto, anche De Luca sulla questione del risanamento ha necessariamente interloquito con Palermo e Roma e condiviso un risultato che è quantomeno dovuto a più di un’Istituzione.
LA POLITICA E’ PER I CITTADINI
“Non c’è dialogo sereno e non c’è possibilità di sviluppo di proposte e progetti che necessitino interventi e decreti se a proporli è uno strillone che al dialogo preferisce l’ingiuria- scrive ancora- Che, nel goffo tentativo di ergere sé stesso a salvatore della patria, attacca “senza se e senza ma” il Ministro dell’Interno riservandole offese, insulti e urla in diretta facebook. Idem per Assessori regionali, Presidenza della Regione, Ministri, Presidenti del consiglio, deputati, dipendenti del Comune che amministra. Tutti, puntualmente dati in pasto ad “haters” che seguono una pagina. Dei . Ma la politica non è per i fan. È per i cittadini. E serve i cittadini. Non si fa per i fans”.
LA STRATEGIA DE LUCA
Ferdinando Croce sintetizza quindi gli ultimi 4 anni con: 1-De Luca deputato dimissionario per fare il sindaco di Messina, 2-poi De Luca dimissionario da sindaco per correre alla Presidenza della Regione, 3-quindi De Luca che sceglie la sua giunta e anche quella successiva. 4-De Luca che vuole scegliere anche i suoi competitor. O quantomeno scegliere quelli che certamente non vuol trovarsi contro. E come prova ad esorcizzare il rischio? Lanciando ingiurie ignobili ai suoi potenziali antagonisti.
IL PECCATO ORIGINARIO
Croce ammette il suo “peccato originario”: sì, fa politica sin da quando era studente, è stato consigliere di circoscrizione (che conosce a menadito), è stato Capo segreteria tecnica e poi Capo di gabinetto vicario da un Assessore regionale con delega alla Salute. Un compito che si è trasformato in una sfida inimmaginabile giacchè nessuno, nel 2020 avrebbe mai pensato di dover affrontare una pandemia mondiale.
CHI COMBATTE IL VIRUS CHI LA GENTE
“Una pandemia che ci ha trovati tutti impreparati sulle misure da adottare, poveri in termini di strumenti per via di una gestione del comparto sanità che ha delle fragilità immense anche al Sud Italia, Sicilia compresa. In quel frangente c’è stato chi si è dedicato a sfruttare il momento per accrescere la propria visibilità puntando il dito sugli altri, attribuendo anche a chi non aveva responsabilità assurde, gridando e indicando ai propri fans i malvagi contro cui combattere . Non il Covid, attenzione, ma funzionari, membri dei governi regionale e nazionale. Non il virus ma ̀ gente che stava a lavorare giorno e notte, senza prendersi un attimo di respiro per capire come gestire l’ingestibile, dotare di strumenti necessari personale medico che non aveva dotazioni adeguate, posti letto sufficienti, strutture e strumenti. E non certo per colpa di un governo insediatosi un anno e mezzo prima ma di decenni di mala gestio. Che, diciamocelo, seppure fosse stata esemplare, avrebbe comunque dovuto fare i conti con carenze ovvie trattandosi di qualcosa di inatteso e mai visto in epoca moderna.
UN INCUBO TREMENDO
̀Ecco io ero lì. E come me, altri che hanno avuto il privilegio di servire la Regione e lo Stato in un momento tremendo. È stato un privilegio, sì! Ma ̀ è stato anche un incubo tremendo dal quale non ci si sveglia mai, perchè quei morti quelle famiglie dilaniate, quella paura per sè stessi, per i propri figli, per il Covid e per la fame da covid è stato un dolore che solo chi ha vissuto può capire. Mi sono assunto delle responsabilità, compresa quella di non difendermi su social o giornali ma di usare, da uomo delle istituzioni e di legge, le sedi opportune.
CI E’ PIOMBATA ADDOSSO LA PANDEMIA
Ci è piombata addosso una pandemia, l’abbiamo affrontata al meglio delle nostre possibilità del momento, senza mai dimenticare quale fosse il ruolo di ciascuno di noi. Semplici pezzi di un ingranaggio istituzionale, nel macrocosmo Sicilia-Italia, che si è speso senza sosta per gestire un dramma che è stato – ed è – dolore per tanti nostri concittadini e, in qualche caso, per noi stessi che abbiamo visto amici e parenti portati via da un mostro invisibile che ci toccava combattere.
NON C’E’ SPAZIO PER IRONIE DA BETTOLA
Alla luce di tutto ciò, non può esserci spazio per ironie da bettola, offese personali, dichiarazioni di infamia. Tutta roba che prevede un altro palco ed è giusto così. Sul punto non tornerò più, e rimarrò pubblicamente in silenzio come ho fatto finora perché ci vuole rispetto, ci vuole senso di dignità e serve saperlo dimostrare anche sacrificandosi e tacendo. Le vittime, loro se lo meritano. Per loro e le loro famiglie è un dovere che osservo anche se non sempre facilmente. Ma non potevo lasciare ulteriore spazio a chi usa un dramma immenso per la sua propaganda. Non con il mio nome, non per attaccare me, solo per potermi creare un danno personale, sperando che questo gli eviti uno scontro diretto sul piano elettorale.
IL CANDIDATO CHE LASCIA LE COSE A META’
Pardon: indiretto. Quasi dimenticavo che il candidato sindaco non è De Luca, l’eterno candidato che per la sua ambizione lascia a metà i percorsi, l’elettorato, la comunità. La stessa comunità per il cui bene è fondamentale che resti quel che è in questo momento, un ex (sindaco, deputato) che questa città e questa regione finiranno di smaltire sempre troppo tardi rispetto al dovuto.