In Sicilia si è passati da 35 banche con sede legale nel territorio regionale nel 2005 a 23 istituti a fine 2018. Anche se si amplia la prospettiva al totale delle banche che lavorano in Sicilia, la decrescita è evidente, con un passaggio da 70 istituti a 59. A oggi un quarto dei comuni siciliani è senza sportelli.
Non è un quadro confortante quello del credito in Sicilia, sul quale ha fatto il punto l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, insieme a Benedetta Cannata, dirigente del dipartimento Finanze, e a Leonardo Giacalone, dirigente del servizio Credito e Agevolazioni creditizie, durante la presentazione del Rapporto Annuale dell’Osservatorio regionale sul credito: “Emerge la difficoltà di fare banca in Sicilia – afferma Armao – La presenza degli sportelli nei comuni dell’Isola si è rarefatta avendo come effetto una caduta dei servizi bancari ai cittadini“. Al 31 dicembre 2018 in Sicilia il numero totale degli sportelli ammonta a 1273 unità. Alla stessa data del 2017 erano 1411.
Il governo regionale sta correndo ai ripari: c’è un accordo con Abi ed è stata avviata un’interlocuzione con Poste per un rafforzamento del sistema postale. Anche il nostro fondo pensioni sta avviando un’interlocuzione con Poste con l’idea di proteggere il territorio e l’accesso al credito delle nostre famiglie”.
Per ciò che concerne i depositi, si registra un incremento positivo, da 58 miliardi a 59 da dicembre 2016 a dicembre 2017 e a quasi 60 a dicembre 2018. Gli impieghi ammontano a 28 miliardi: “Non crescono come dovrebbero“, commenta Armao. Cala il rapporto sofferenze impieghi, ma questo succede anche per i meccanismi di cessione dei crediti deteriorati, che provoca la vendita massiva degli immobili a garanzia tramite procedure giudiziarie che hanno ripercussioni sul mercato immobiliare non indifferenti, con una perdita di valore stimata in 5 miliardi di euro.
Per quel che riguarda l’accesso al credito, infine, alla Regione siciliana è stato assegnato un contributo di 102,6 milioni di euro proveniente da fondi europei Por Fesr 2014-2020, con possibilità di arrivare fino a 200 milioni.