“Siamo intervenuti e torneremo a farlo. La natura geologica della roccia, pare che non ci aiuti. Dobbiamo capire quanto questo fenomeno di sgretolamento sia compatibile con l’uso e con l’occupazione di quell’area da parte dei bagnanti e dei turisti“, a dirlo, in merito ai distacchi verificatisi alla Scala dei Turchi a Realmonte (Ag), il presidente della Regione, Nello Musumeci, ad Agrigento dove ha incontrato il personale regionale negli uffici del Genio civile, della Soprintendenza ai Beni culturali e della Protezione civile.
“Per 30, 40, 50 anni, il territorio è rimasto un argomento tabù. Stiamo spendendo centinaia di milioni di euro, serviranno 2 miliardi almeno per poter tentare di mettere in sicurezza il territorio dell’isola – ha spiegato Musumeci – Per il dissesto idrogeologico facciamo 2, 3 gare d’appalto al giorno, però non basta. Purtroppo non basta“.
Poi spostandosi verso Licata afferma “Il denaro per Licata lo abbiamo a disposizione. Abbiamo anche dato un incarico per lo studio idraulico. A Licata bisogna intervenire in maniera definitiva per evitare che la foce del Salso possa inondare una parte del centro abitato. Se poi il vice ministro vuole fare un accordo con la Regione perché vuole mettere altri soldi, saremo felicissimi di poterlo fare. L’importante è che ci dia una mano d’aiuto“. Lo ha detto il presidente della Regione, Nello Musumeci, in visita ad Agrigento.
Il governatore ha fatto riferimento alle dichiarazioni – rilasciate a Licata quando è stato in visita assieme al ministro Luigi Di Maio – del vice ministro alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri. Il sottosegretario aveva detto che erano stati “trovati nei cassetti della Regione la somma di 30 milioni da spendere per il dissesto idrogeologico per il territorio di Licata che erano stati dimenticati dalla Regione“.
“Fra 10 giorni avremo lo studio idraulico – ha spiegato Musumeci – e quindi pubblicheremo il bando per lo studio definitivo. Bisogna lavorare non solo per evitare che l’acqua arrivi abbondante alla foce, ma bisogna lavorare per isolare in maniera definitiva alcuni quartieri del centro abitato dall’alveo del Salso che, in alcuni tratti, non è particolarmente profondo e quindi non è assolutamente sicuro“.
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