Oggi per la Regione Siciliana è un giorno molto particolare, La Corte dei Conti si pronuncerà sul rendiconto generale 2018, dopo sei mesi dilungo confronto con gli uffici siciliani. I fondi vincolati della Regione ammonterebbero a 3 miliardi: una massa di denaro che il governo Musumeci non potrebbe utilizzare in presenza del disavanzo sui conti pubblici e che dunque, in base alla norma vigente, potrebbe appesantire ulteriormente la situazione finanziaria in vista della prossima manovra di bilancio.
E mentre si attende la decisione della Corte dei Conti, da Roma arriva l’ennesima “batosta” per i conti della Regione Siciliana. Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha impugnato la Finanziaria bis, quel collegato alla Finanziaria che il Parlamento siciliano ha approvato ‘senza spesa’ .
In pratica, mancherebbe secondo il governo nazionale, una relazione tecnica di accompagnamento che metta nero su bianco l’assenza di spesa. Ma a prescindere da questo dato che potrebbe essere considerato tecnico e superabile, ci sarebbero, secondo il Consiglio dei Ministri, elementi di ‘invasione’ delle norme regionali nelle competenze dello Stato.
Sotto la scure di Palazzo Chigi finiscono norme come l’impiego degli Asu nelle Camere di commercio, che ne avrebbe garantito la stabilizzazione o gli articoli “salva-Iacp”, ma anche le nuove regole sulla medicina penitenziaria e quelle sull’Istituto di incremento ippico.
Per tutte queste norme l’impugnativa potrebbe cadere se la Regione dimostrerà l’assenza di aggravio di spesa.