Ritardi e sospensioni sulle tratte ferroviarie siciliane. Qualcuno potrebbe dire “nulla di nuovo sotto al sole”. Dal 1 ottobre al 30 novembre 2019 il comitato pendolari Siciliani Ciufer ha eseguito un monitoraggio per capire quali sono le tratte con maggiori disservizi.
I pendolari della Sicilia che usano frequentemente la linea ferrata chiedono alle Ferrovie dello Stato, ma anche al governo regionale, quelli che potrebbero sembrare banalità ma che non lo sono: “Treni puntuali, nuovi e puliti”.
Il monitoraggio effettuato dal Comitato è stato eseguito su un campione di 10694 treni sulle tratte di maggiore frequentazione. La percentuale di treni puntuali, quelli cioè con ritardo sotto i 5 minuti, è mediamente limitata all’81,3% con punte che superano lo standard fisiologico del 90% solo sulla tratta Palermo-Trapani, e un minimo assoluto del 38,5% sulla Ragusa-Caltanissetta. Segno che la Sicilia viaggia a due velocità
“Un forte e moderno servizio ferroviario è indispensabile per costruire un sistema dei trasporti efficiente nelle aree metropolitane – Scrive il presidente Giosuè Malaponti del comitato pendolari Siciliani Ciufer – Tra l’altro c’è un’altra questione che dovrebbe far riflettere in un periodo difficile per tante famiglie, come la possibilità di ridurre i costi di spostamento utilizzando i mezzi collettivi, cosa che per tante persone può rappresentare una vera boccata di ossigeno, oltre che un miglioramento significativo della qualità della vita. Ed è significativo constatare quanto stia crescendo l’organizzazione della rappresentanza dei pendolari – continua Malaponti -, con comitati oggi diffusi in quasi tutte le Regioni italiane, che chiedono più treni, puntuali, nuovi, puliti. Dare risposta a questa domanda è quanto mai strategico per un Paese come l’Italia, e per questa nostra regione, la Sicilia. La spiegazione delle difficoltà dello spostarsi in treno quotidianamente verso le principali città siciliane è semplice, basta guardare i dati sugli investimenti per il servizio, l’acquisto di materiale rotabile e le infrastrutture. Qualcosa di più è stato fatto negli scorsi anni (2002-2004) cofinanziando l’acquisto dei nuovi treni “Minuetto”, condizione fondamentale non solo per migliora”. .
Malaponti indica la propria ricetta: “I cittadini che ogni giorno si muovono in treno devono essere l’interlocutore fondamentale delle strategie di potenziamento del servizio, attraverso il confronto, la partecipazione e l’informazione dei pendolari, sia per alzare gli standard qualitativi che per monitorare il servizio sulla rete (puntualità, grado di affollamento, igiene, climatizzazione, informazione, ecc.). Le Regioni hanno, ovviamente, la possibilità di ampliare la quantità degli investimenti, perché le “prestazioni” sono state definite nei cosiddetti Contratti di Servizio, che tutte le regioni, Sicilia a parte hanno posto in essere a partire dal 2009. Con il Contratto di Servizio – dice ancora Malaponti -, da un lato l’impresa ferroviaria si impegna all’erogazione di un quantitativo di treni*km e al rispetto di determinati indici di qualità (relativi a pulizia, comfort, informazione e puntualità delle corse), dall’altro lato l’amministrazione regionale stabilisce un corrispettivo economico per l’erogazione di tali servizi. In ultimo, il Contratto di Servizio stabilisce le penali da applicare al gestore dei servizi in caso di mancato rispetto degli indici di qualità definiti dal Contratto: le risorse generate dall’applicazione di queste sanzioni sono spesso risultate consistenti, permettendo un reinvestimento diretto nel servizio. Alcune Regioni – conclude ancora Malaponti – hanno addirittura scelto di riutilizzare le risorse generate dall’applicazione delle suddette penali per un rimborso, sotto forma di bonus, da restituire agli abbonati”.