Il partito di Renzi, Italia Viva, tenta di mettere i bastoni tra le ruote al governo Musumeci, dichiarando apertamente il totale disaccordo per la rateizzazione da parte del Consiglio dei Ministri al debito della Regione. I renziani vogliono stoppare la norma che cerca di mettere una toppa e chiedono invece che si impongano tagli e obblighi di risanamento. Uno stop che potrebbe mettere in ginocchio la Sicilia intera e i comuni dell’Isola, molti dei quali già sono in dissesto economico.
Strategie politiche o il partito di Renzi non ha a cuore il futuro della Sicilia e i suoi problemi economici? Si vocifera che potrebbe trattarsi di una mossa per riuscire a incasellare qualche poltrona nell’Isola a favore dei Renzi boys siciliani, sebbene si tratti soltanto di voci di corridoio.
Italia Viva parla di riforme che in questi anni gli stessi renziani in Sicilia, nella stanza dei bottoni durante i precedenti governi, avrebbero potuto approvare. Da chi era nella squadra di governo di Rosario Crocetta nella scorsa legislatura a chi ha militato per anni nel partito di Raffaele Lombardo. Insomma proprio quando Renzi era a Palazzo Chigi.
E l’ipotesi di rateizzare i 2,1 miliardi di euro di disavanzo che il Governo di Musumeci ha ereditato dall’esecutivo di Rosario Crocetta e da altri Governi regionali del passato? I renziani dicono di no. Qualcuno potrebbe sottolineare il fatto che anche loro non sono esenti da colpe: nel Governo Crocetta i renziani di Faraone controllavano proprio il Bilancio regionale con l’ex assessore Alessandro Baccei. E il marasma economico dei bilanci che la Corte dei Conti ha messo nero su bianco risale alle gestioni delle scorse legislature. Nessuno vuole prendere le difese del governo Musumeci, ma il principio fondamentale a cui fa riferimento l’autonomia siciliana dovrebbe essere la responsabilità, che dovrebbe andare di pari passo con la memoria.
Ma i renziani tirano dritto e attaccano le politiche di risanamento dell’attuale amministrazione: “In Cdm è prevista l’approvazione di una norma (in attuazione dello statuto della Regione siciliana sull’armonizzazione dei sistemi contabili) che è un dito in un occhio a tutti gli amministratori pubblici che si fanno in quattro per rispettare le regole”. Lo afferma Luigi Marattin, consigliere economico di Renzi, chiedendo a nome di Italia Viva di modificare la norma che prevede che il disavanzo 2018 della Regione Siciliana possa essere spalmato in dieci anni o di ripristinare subito gli obblighi di risanamento che erano stati inseriti nel 2016 e cancellati lo scorso anno.
Nella norma che dovrebbe approdare oggi in Cdm, osserva il vice capogruppo di Iv Luigi Marattin, “si prevede infatti che il disavanzo 2018 della Regione Siciliana (pari a più di un miliardo di euro) possa eccezionalmente essere spalmato in dieci anni, rischiando così di ipotecare il futuro delle prossime amministrazioni. La classica polvere sotto il tappeto, che tanti danni ha fatto (e continua a fare) alla finanza pubblica italiana, nazionale e locale. Noi siamo profondamente contrari ad ogni norma che – derogando alle regole valide per tutti – fornisca vantaggi di breve periodo senza assicurare una buona volta un risanamento strutturale”.
Ma sulla questione in Italia Viva non tutte le posizioni sono così ferme sul Salva Sicilia. Dal partito di Renzi arrivano le dichiarazioni dell’ambasciatore catanese in Sicilia, Luca Sammartino, che ha inviato un comunicato stampa alle redazioni dall’oggetto inequivocabile: “Italia Viva sosterrà il provvedimento”. Chissà cosa ne pensano i suoi colleghi di partito.