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Chiudiamo un Decennio

venerdì 27 Dicembre 2019
Renzo Botindari, Epruno

Carissimi,
Si chiudono gli “anni dieci”, qualcuno potrebbe dire: “finalmente”.

Purtroppo sono stati degli anni difficili, ma non unici nel loro genere. La contingenza economica ha caratterizzato una crisi globale del pianeta, azioni scellerate portate avanti dalle potenze occidentali negli scenari già caldi quali quelli mediorientali e del nord africa, hanno portato alla guerra civile in Siria e all’uccisione di Gheddafi con la destabilizzazione della Libia e del nord africa e tutto ciò ha portato il proliferare dello stato islamico e del terrorismo, quest’ultimo per fortuna negli ultimi anni parzialmente fronteggiato.

Ci hanno lasciato grandi artisti, abbiamo subito calamità naturali, disastri, abbiamo visto le dimissioni di un Papa e di un Presidente della Repubblica, la nuova cancellazione del Palermo calcio, ma tutto ciò è nella ciclicità della natura, ma quello che ancora suona strano per la mia generazione è il confrontarsi con queste date.

I millenniers ovviamente si trovano a loro aggio ma io ero cresciuto con detti che suonavano come: “ma comu si du 2” (ma come sei dei 2) intendendo: “sei nato nel 1902? Sei antico”.

Il 2002 era stato di contro quasi 20 anni fà ed eravamo già grandi, o il pensare al 2020 come centenario degli anni 20 se riferiti al 1920, decennio che vide la nascita del ventennio e di “storie” ancora oggi non metabolizzate.

Ma il tempo passa e ci rendiamo conto che il futuro giunge mentre viviamo la normalità e pertanto non badiamo alla circostanza che il 13 luglio 1993 la luna non si è affatto distaccata dalla terra, come nel 2001 non c’è stata una “odissea nello spazio” e che Roy Batty (interpretato dal compianto Rutger Hauer) non abbia mai detto nel 2019: “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire”.

Benché nel 2019, per altri versi “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi” senza bisogno di spingermi vicino ai bastioni di Orione e penso che mentre l’Iphone è di certo stata l’invenzione degli ultimi anni che più ha caratterizzato, condizionato e stravolto le nostre vite (basta vedere al cinema come mediante questo attrezzo i protagonisti facciano di tutto con quello che continuano a chiamare telefonino), il valore della competenza umana sul lavoro è diventata inversamente proporzionale all’innovazione.

Pletore di idioti governano le nostre vite. L’incompetenza è richiesta per la gestione. Questo è di fatto il secolo dei “nominati”.

Quattro furboni dietro le quinte (e mi convinco che neanche loro ormai sono geniali) nominano le persone ai vertici della vita politica e amministrativa e successivamente, quasi come un film di Celentano ci chiedono:” quale è la tua risposta affermativa?”

Che l’Iphone mi geo localizzi mi inquieta ma molto meno del sapere che è un idiota a governarlo.

In un’epoca di “grandi fratelli”, mi rammarico di non avere messo nel mio curriculum una partecipazione al “talent/reality” del “Grande Fratello” avendo stupidamente scelto una laurea in ingegneria a mesi da spendere in costume disteso al sole nel cortiletto della “Casa” a dispensare saggezza di “dummis letti sottosopra” dialogando con “sproporzionate settime misure” alle quali per fare spazio ad un seno prosperoso avevano dovuto fare una contemporanea lobotomia.

Mesi a studiare Tecnica delle Costruzioni mentre oggi sarei potuto diventare il portavoce del Presidente del Consiglio o uno strapagato ospite o presentatore televisivo, settimane a comprendere la funzione della “misura di Peano-Jordan” quando mi sarebbe bastato conoscere lo sdentato attaccante scozzese Joe Jordan.

La vita è fatta di scelte, anche quando si scelgono i compagni di processione e in questo secolo mediatico dove ci si divide in “grandi fratelli” dietro le quinte e “concorrenti allo sbaraglio” di reality, quanto pensate mi possa scandalizzare la circostanza che il lavoro di un ingegnere, di un urbanista o un esperto del traffico sia svolto da chi ha “ben altre visioni” nel curriculum vitae, del resto, governare bambini o governare “sostenitori” spesso può esser visto allo stesso modo, ma se eleggiamo sempre meno e nominiamo sempre di più alla fine non dobbiamo dimenticare che per chi sta dietro le tende, esisterà sempre una “culpa in eligendo” e una “culpa in vigilando” e vuoi o non vuoi, prima o poi, anche “a scurdata” di qualunque errore, idiozia o nefandezza si dovrà rispondere.

Per il momento …… “viviemu, viviemu ….. tanto non abitate anche voi come me in Via Dossuna?” (cit. barzelletta). Auguri di un Buon Anno 2020. Un abbraccio, Epruno.

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