Le candidature “dinastiche” rischiano di fare implodere (per la parte in cui deve ancora finire di implodere), il Partito Democratico. A dichiararlo nei giorni scorsi Renzo Bufalino, vicesindaco di Montedoro e componente dell’Assemblea nazionale del Partito Democratico.
Nel mirino del suo attacco è finita la ricandidatura di Daniela Cardinale, figlia del leader di Sicilia Futura Salvatore Cardinale e deputata Dem già da due legislature.
Bufalino in un’intervista rilasciata al quotidiano La Sicilia, dichiara: “Mi auguro che le candidature non siano già decise, in caso contrario significa che a Roma molti si ostinano a fare i conti senza l’oste”.
Non proprio il viatico ideale per un partito che deve recuperare nei confronti di centrodestra e pentastellati e vede la rimonta in vista delle elezioni politiche complicata se non a tratti improbabile.
Per Bufalino il mancato coinvolgimento dei territori, in questo caso quello nisseno, potrebbe dare il via a un pericoloso disinteresse e un ulteriore avvitamento del Pd che continua, dopo la sconfitta alle Regionali, ad arretrare nei consensi. Su questo Bufalino è molto esplicito: “Elettori e simpatizzanti- scrive – in questi mesi hanno lanciato un segnale inequivocabile. Dalla sconfitta referendaria del 4 dicembre alle primarie per Renzi che lo hanno visto perdere solo nella nostra provincia, sino alle recenti elezioni regionali”.
Insomma per Bufalino non occorrono ulteriori accertamenti per cogliere i sintomi di un malessere diffuso: “Ci sono pertanto- continua- scelte che non possono essere procrastinate a partire da un serio e profondo rinnovamento del partito che lasci maggiore spazio ai giovani”
Se il Pd scende sotto la soglia del 23, 24%, conclude Bufalino: “sarebbe una catastrofe”.
Il punto di vista del dirigente locale dem non è però isolato, nè rappresenta una voce unica di un coro stonato, ma esprime uno dei malesseri più articolati sui cui il Pd in Sicilia è chiamato a dare una risposta. O a girarsi, a suo rischio e pericolo, dall’altra parte, facendo finta di niente.