I sindacati temono una drastica riduzione delle ore di lavoro dei circa cinquemila lavoratori, la maggior parte dei quali già lavora con contratti part time, che in Sicilia si occupano negli ospedali siciliani dei servizi di pulizia e sanificazione, facchinaggio, ausiliarato, giardinaggio e pulizia dei sistemi di areazione delle sale operatorie. Questa riduzione, secondo loro, sarebbe economicamente insostenibile per i lavoratori e per le loro famiglie e, oltre a compromettere la qualità delle prestazioni, rischia di ostacolare le attività medico-sanitarie comportando notevoli disagi ai pazienti.
Le preoccupazioni derivano dal fatto che l’importo dell’ultima gara bandita il 30 ottobre scorso dalla Centrale unica di committenza è di 227 milioni di euro. Una cifra nettamente inferiore a quella dei due bandi pubblicati a maggio e a marzo dello stesso anno, rispettivamente di 350 e 265 milioni, annullate dal Consiglio di giustizia amministrativa a causa della concentrazione degli appalti in pochi grandi lotti perché, a suo giudizio, avrebbero penalizzato la partecipazione delle piccole e medie imprese.
Per le organizzazioni sindacali si tratta di importi insufficienti a garantire il monte ore attuale e di conseguenza gli standard dei servizi. Il problema, tuttavia, non è rappresentato soltanto dalla quantità delle risorse stanziate, ma soprattutto dal sistema adoperato per l’assegnazione degli appalti, ovvero quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Questo spinge le imprese partecipanti ad applicare enormi ribassi pur di vincere la gara, che riducono i margini di operatività delle imprese stesse a scapito dei dipendenti.
Pertanto i segretari regionali di Filcams Cgil, Salvatore Leonardi, Fisascat Cisl, Mimma Calabrò, e Uiltrasporti, Agostino Falanga, hanno chiesto un incontro urgente al presidente della Regione, Nello Musumeci, e agli assessori competenti per affrontare la situazione al fine di trovare una soluzione che tuteli l’occupazione ed i livelli salariali dei lavoratori anche a garanzia dell’utenza. Le buste delle offerte, infatti, non sono state ancora aperte dalla commissione esaminatrice. Ci sarebbe, quindi, il tempo per intervenire.