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Morte di Mario Biondo, le indagini passano alla Procura generale di Palermo

giovedì 8 Febbraio 2018
Mario Biondo con la moglie Raquel Sanchez Silva

Un nuovo colpo di scena nelle indagini sulla morte di Mario Biondo, il cameraman palermitano trovato impiccato nella sua abitazione a Madrid, il 30 maggio del 2013.

Il caso passa alla Procura generale di Palermo e ad occuparsene sarà in prima persona il magistrato Roberto Scarpinato. E’ un’importante novità che segna un punto in favore della famiglia nella battaglia giudiziaria dedita a far luce sulla reale fine di Biondo, sposatosi il 22 giugno 2012 a Taormina con la showgirl spagnola Raquel Sanchez Silva e trovato poi morto undici mesi dopo in circostanze a dir poco misteriose. La famiglie di Mario non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio ed anzi non ha dubbi nel ritenere che il ragazzo sia stato ucciso e che sia quindi avvenuta una successiva messa in scena con depistaggio sulla scena del crimine.

Santina e Pippo Biondo
Santina e Pippo Biondo

Ai nostri avvocati Carmelita Morreale e Fabio Falcone – spiega la signora Santina, madre di Mario Biondo, è stato notificato il decreto con il quale viene disposta l’Avocazione delle indagini inizialmente affidate ai Pm Calogero Ferrara e Claudio Camilleri presso la Procura della Repubblica di Palermo e che invece a seguito dell’accoglimento dell’istanza avanzata nel nostro interesse le indagini verranno condotte dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Palermo. In pratica la nostra richiesta di avocazione delle indagini ai Pm è stata accolta. Quindi il fascicolo dell’omicidio di Mario Biondo è stato preso in carico dalla stessa Procura Generale, la quale ha riconosciuto che “Ricorrono tutti i presupposti, di fatto e di diritto, per esercitare il potere di avocazione al fine di garantire la completezza delle indagini preliminari e l’obbligatorietà dell’azione penale anche a tutela delle persone offese. Stavamo aspettando questa notizia e finalmente è arrivata”.

“Nel caso in esame ricorrono tutti i presupposti, di fatto e di diritto, per esercitare il potere di avocazione, al fine di garantire la completezza delle indagini preliminari e l’obbligatorietà dell’azione penale”. Questa la conclusione a firma del procuratore generale Roberto Scarpinato e del sostituto Domenico Gozzo, che hanno accolto la richiesta di avocazione presentata il 5 aprile 2017 dai familiari di Mario Biondo.

La richiesta si accompagnava a quella di opposizione (31 luglio 2017) nei confronti della richiesta di archiviazione da parte dei pubblici ministeri Ferrara e Camilleri, sinora titolari del fascicolo aperto presso la procura per omicidio volontario contro ignoti con l’aggravante della premeditazione. La scoperta del corpo avvenne nell’appartamento in Spagna, a Calle Magdalena, dove Biondo viveva insieme alla moglie Raquel Sanchez Silva. Per le autorità spagnole, così come per Raquel, Biondo si è suicidato e il caso in terra iberica è stato così chiuso il 16 luglio 2013. Dall’ottobre 2013 è entrata in scena anche la Procura di Palermo.

La tesi del suicidio di Mario Biondo si è di fatto sgretolata e la pista del delitto con successiva messa in scena è diventata ormai molto di più di una semplice ipotesi. La battaglia della famiglia Biondo, sta andando avanti con indomita ostinazione e l’obiettivo è quello di far valere le perizie presentate in Procura, che raccolgono tutta una serie di elementi in grado di provare che il giovane sarebbe stato tramortito e poi strangolato, infine impiccato con una pashmina di cotone fissata alla estremità della libreria del salotto di casa. “Un suicidio impossibile, immaginate una persona di 80 kg che prova a strattonare per soffocarsi con una pashmina di seta. E poi c’è un solco profondissimo al collo”, ha ribadito mamma Santina. “La nostra lotta è suffragata da prove certe che confermano l’omicidio e per questo viviamo nella speranza di arrivare alla verità”, ha ribadito la madre di Mario Biondo.

La richiesta di archiviazione dei pm palermitani si è basata sostanzialmente su tre fattori: che le indagini sono rimaste in una fase di stallo, anche e soprattutto per le due richieste di rogatoria inoltrate all’Autorità spagnola, che non si è mai resa collaborativa; l’esito a cui giunge il medico legale di parte, che si allinea alle conclusioni cui si è giunti a Madrid; il fatto, infine, che allo stesso viene affidato un supplemento di consulenza sulla posizione del corpo e la scena del crimine, che lo hanno portato sempre alla conclusione del suicidio.

Argomentazioni, queste, che la famiglia ritiene “insussistenti e contraddittorie”, in contrasto con le complessive risultanze della lunga istruttoria svolta dalla Procura stessa. Risultanze che vanno di pari passo con delle “lacune nelle indagini dell’ufficio della Procura”, si legge nell’atto ufficiale a firma di Scarpinato e Gozzo, “che non aveva dato sufficiente riscontro alle risultanze delle numerose consulenze di parte della difesa, tutte convergenti nel senso della natura omicidiaria dell’evento occorso a Madrid“.

A questo punto potrebbero riaccendersi i riflettori sulla posizione della vedova, Raquel Sanchez Silva, con ulteriori accertamenti sul luogo in cui si trovava la notte della morte di Mario e al momento del ritrovamento del cadavere, e sui suoi effettivi rapporti con il marito nel periodo che ha portato poi alla sua drammatica fine. Raquel aveva dichiarato di essere partita in auto già il 29 maggio per Plasençia per accompagnare uno zio, il giorno dopo, in ospedale per essere sottoposto a un intervento chirurgico. Lo stesso zio che, però, la smentisce e afferma di averla incontrata solo la mattina del giorno dopo, il 30, chiarendo di essersi sottoposto a una visita, non a un’operazione. Restano anche ulteriori aspetti misteriosi sugli accessi al computer di Mario nelle ore della sua morte, come pure la richiesta di cambio della password dell’account Apple del Macbook di Mario Biondo quando Raquel è con la famiglia di lui all’istituto anatomico forense spagnolo. Infine, la cameriera di casa, Vilma Graciela, non riesce a collocare con certezza nel tempo la telefonata della Sanchez che la sollecita ad andare nell’appartamento di calle Magdalena per scoprire cosa sia accaduto al marito. Tutti aspetti ancora da chiarire una volta per tutte e sui quali la famiglia di Mario Biondo ha la convinzione che il Procuratore generale della Corte di Appello potrebbe finalmente essere la persona in grado di dare una svolta decisiva al giallo.

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