L’Ars ha approvato all’unanimità, con 45 voti su 45, il disegno di legge e l’ordine del giorno collegato che istituisce, anche in questa legislatura, la Commissione regionale Antimafia. Ogni gruppo parlamentare dovrà adesso indicare i propri rappresentanti in commissione, per il ruolo di presidente il nome che circola con insistenza è quello di Claudio Fava.
“Rispetto alle commissioni delle precedenti legislature – si legge in una nota della presidenza dell’Ars – a questa è stata affidata anche la competenza della vigilanza sul fenomeno della corruzione nell’Isola”.
Il ddl di Claudio Fava prevede la riduzione del numero dei componenti da quindici a tredici e dei vicepresidenti che da tre passano a due. Il presidente Miccichè, che si è fatto carico di stabilire quanti componenti spettano a ogni gruppo parlamentare, ha allertato i capigruppo, affinché designino i rispettivi rappresentanti. “Avevo auspicato un’innovazione della commissione sul fenomeno mafioso fin dalla prima seduta dell’Ars – ha detto Miccichè – e l’onorevole Fava ha presentato un disegno di legge che ho condiviso, perché coniuga la vigilanza sul fenomeno mafioso con quello della corruzione. Ho sempre sostenuto, infatti, che l’Ars non può fare un’effettiva lotta alla mafia perché non ha gli strumenti, ma che può studiare i fenomeni corruttivi nella pubblica amministrazione e adottare le necessarie contromisure”.
“Ricostituire la Commissione antimafia tra i primi atti della nuova legislatura, ed averne esteso competenze e funzione di vigilanza anche ai processi corruttivi – spiega Claudio Fava – rappresenta un’importante passo avanti e una forte assunzione di responsabilità per la politica siciliana. Toccherà adesso alla nuova Commissione essere all’altezza dei compiti che si è voluta dare. Agendo con concretezza, sobrietà ed assoluta autonomia”.
“Per migliorare i già ottimi risultati conseguiti durante la scorsa legislatura – dice Alessandro Aricò, capogruppo di DiventeràBellissima all’Ars – è giusto ampliare la sfera di azione della Commissione regionale Antimafia. Uno dei nuovi temi sui quali si dovrà concentrare deve essere quello della trasparenza amministrativa. Troppo spesso, infatti, non viene garantito ai cittadini il diritto di accesso agli atti e ai documenti delle Pubbliche amministrazioni. La politica – aggiunge – ha il dovere di intervenire prima della magistratura per scongiurare i fenomeni corruttivi nella Pubblica amministrazione e contrastare la mafia dei colletti bianchi. E lo deve fare con azioni concrete come questa, non con un’antimafia di facciata che ad alcuni è servita solo per fare carriera”.