«Stazione Politeama dell’Anello Ferroviario di Palermo: dov’è la “cultura” politico-sociale architettonica, urbanistica, ambientale?»
Inizia così il post dell’evento che si sta diffondendo nei social network tra architetti, professionisti e docenti dell’Università di Palermo. A firmarlo un gruppo di associazioni (Anghelos AAA e Comitato bene collettivo) guidati da Fabio Alfano. Questi ha deciso di riunire gli scontenti dell’attuale progetto per la realizzazione della nuova fermata metropolitana, nel cuore di piazza Castelnuovo.
L’incontro è fissato per martedì 27 febbraio ore 18:00, presso la sede delle due associazioni (via Pirandello n. 40). Una riunione operativa «per decidere azioni in merito alla totale mancanza di CULTURA politico-sociale architettonica, urbanistica, ambientale nelle scelte di trasformazione della città quale per esempio la prossima realizzazione della stazione Politeama dell’anello ferroviario che ci appresta a realizzare. Azioni di trasformazione della città anche dal punto di vista infrastrutturale che vanno assolutamente fatte ma con la qualità del progetto».
Ecco il testo del post che ha sollevato in questi giorni la questione:
«….e dopo ALMEYDA, BASILE,VALENTI, CAPIT0′, CARONIA ROBERTI, PALERMO CAPITALE della CULTURA italiana si appresta a realizzare la più importante STAZIONE dell’anello ferroviario, quella Politeama, su progetto realizzato (o fatto realizzare) dalla TECNIS… Ecco ALCUNI PUNTI SCONCERTANTI:
- la stazione sotterranea è situata in un punto del tutto casuale rispetto al disegno dell’attuale piazza Politeama… rispetto ai suoi marciapiedi, palme, aiuole, statue, ecc (come se non ci fosse una piazza con un suo disegno nell’area soprastante di cui tenere conto);
- la piazza verrà sventrata, quindi, secondo un perimetro del tutto casuale, con tutte le conseguenze del caso, e sarà successivamente rappezzata cercando di rifare alla meno peggio quello che c’era (certamente non si potranno rimettere gli alberi, le palme abbattute, ecc);
- la ‘nuova’ piazza Politeama ‘rappezzata’ avrà come elementi nuovi che identificheranno la nuova stazione alcune rampe di risalita poste in punti assolutamente casuali e senza alcun disegno architettonico ed ovviamente senza alcuna relazione studiata con il contesto;
- gli spazi sotterranei poi sono il peggio del peggio si possa immaginare: una mera sequenza di spazi tecnici senza uno spazio di accoglienza e senza ovviamente nessuna qualità architettonica … nessuna idea progettuale che coinvolga architetti, artisti, ecc per quella che sarà la più rappresentativa stazione sotterranea della città.. trattata come uno scalo tecnico di periferia
- dimenticavo, lo scavo del percorso dell’anello ferroviario mette a serio rischio, passandoci molto vicino, il chiosco del Basile e le fondamenta del teatro Politeama.
Ma possiamo accettare tutto questo cittadini e cittadine, uomini di cultura, università, ordini professionali, associazioni e comitati, ecc.!
Non solo aggiungiamo brutto al brutto, non solo mettiamo in pericolo ciò che di bello possediamo ma perdiamo quelle poche occasioni che abbiamo per riqualificare bene, per fare trasformazioni urbane di qualità, per creare ‘nuova architettura’, per esprimere la contemporaneità, per rendere Palermo realmente una Capitale della Cultura… e non la Capitale della propaganda senza sostanza…»
Tra i partecipanti anche il Prof. di Architettura dell’Ateneo di Palermo, Renzo Lecardane, che risponde: «LabCity ci lavora da due anni con il LAB 5anno di progettazione architettonica e le tesi di laurea. Quest’anno concluderemo le proposte sulla “Città dell’Anello Ferroviario” con i progetti di riciclo delle stazioni della metropolitana (Italia ’90) Giachery, Fiera e Imperatore Federico. Il tema del rapporto con lo spazio pubblico e il Parco della Favorita è prioritario. LabCity c’è, con tutto il lavoro svolto fino ad oggi per i contro progetti delle stazioni Politeama, Porto e Libertà. Seguiranno a breve i progetti delle stazioni da riciclare: Giachery, Fiera e Imperatore Federico che saranno elaborati dal Laboratorio 5° anno di progettazione architettonica (Corso di Laurea in Architettura Magistrale Palermo), II° sem. dell’AA 2017-18».
Il video completo con i progetti degli studenti di Architettura:
Ecco la relazione del progetto: «PALERMO 2025: LA CITTA’ DELL’ANELLO FERROVIARIO Il lavoro del Gruppo di ricerca LabCity ARCHITECTURE presenta alcune riflessioni, didattiche e di ricerca, a Palermo sul tema della città in transizione e dell’infrastruttura inter-attiva intesa come figura interpretativa e operativa, che acquisisce una straordinaria centralità nel progetto della città e come luogo privilegiato dell’immaginario dei progetti futuri. A partire da questa premessa, la ricerca ha avviato una prima fase di conoscenza critica del contesto urbano di Palermo, caratterizzato da crescenti livelli di complessità, imprevedibilità e incertezza, attraverso l’interpretazione del disegno generale, la comparazione di alternative per dedurre priorità, la revisione di iniziative intraprese in un processo iter-attivo di miglioramento di attesa degli obiettivi da raggiungere.
Il progetto è stato così orientato su alcuni luoghi “notevoli” che hanno coinciso con quella parte di città esistente che la ricerca ha definito come: La Città dell’Anello Ferroviario. Si tratta di un ampio ambito urbano in cui la centralità della relazione tra architettura e infrastruttura si rivela prioritaria per avviare un nuovo ciclo di vita della città. In questo ambito, il sistema del trasporto pubblico, affidato alla mobilità veloce della metropolitana dell’Anello Ferroviario e quello della mobilità lenta ciclopedonale insieme alla crescente attenzione alla tutela ambientale, contribuisce a rilanciare il tema della mobilità non solo come opportunità per estendere lo spazio pubblico della città, ma come occasione per integrarlo al sistema del trasporto multimodale.
Se i progetti elaborati offrono un panorama delle risposte possibili per le stazioni della metropolitana Politeama, Porto e Libertà dell’Anello Ferroviario di Palermo, le questioni relative all’ibridazione e all’integrazione dei sistemi di mobilità urbana e dello spazio pubblico restituiscono un quadro della ricerca all’interno del più ampio tema della città di transizione. In tutti i progetti emerge infatti la ricerca sulla forma dell’ibrido che ragiona prevalentemente alla scala urbana e architettonica e individua due principali proprietà architettoniche e urbane: la valenza anti-tipologica e multi-programmatica.
Al tracciato dell’Anello Ferroviario si attestano , da una parte, altre importanti infrastrutture per la mobilità di massa, quali: il Passante Ferroviario (Nodo di Palermo), i progetti della futura Metropolitana Leggera Automatica (MAL) e le nuove tratte del tram (A, B e F), e si evidenzia, dall’altra, la necessità di ripensare il sistema di mobilità lenta, intesa essenzialmente come spostamenti individuali pedonali e ciclabili, compatibili con l’ambiente abitato».