“Avevamo detto al governo regionale che questa potrebbe essere un’occasione per avviare un negoziato con l’azienda che scongiuri gli esuberi programmati, per avere garanzia sugli investimenti dello stabilimento per l’innovazione dei processi produttivi e dei prodotti”. E’ la richiesta ribadita dal segretario della Fillea Cgil di Palermo, Francesco Piastra, in merito ai futuro dello stabilimento Italcementi di Isola delle Femmine ed in particolare ai 10 lavoratori dichiarati in esubero.
Proprio oggi la giunta regionale ha dato il via libera al rinnovo della concessione demaniale, in scadenza il prossimo 23 marzo, per lo sfruttamento della cava di Carini. Un provvedimento annunciato il 23 febbraio scorso nel corso di un incontro svoltosi nella sede dell’Assessorato all’Energia, alla presenza dei sindacati, e che il capogruppo di Diventerà Bellissima all’Assemblea regionale siciliana, Alessandro Aricò, ha definito fondamentale per la salvaguardia di questa importante realtà produttiva. Si tratta di 110 dipendenti, 40 lavoratori dell’indotto diretto, ovvero di aziende che lavorano per Italcementi, e di 250 dell’indotto di secondo livello, tra quest’ultimi rientrano ad esempio i trasportatori.
Resta tuttavia il fatto che già oggi sono 5 i lavoratori posti dall’azienda in cassa integrazione a zero ore. Posti di lavoro che presto potrebbero scomparire dall’organico di uno stabilimento che negli ultimi 10 anni si è ridimensionato di circa 100 unità e che nei prossimi mesi, anche a causa della perdurante crisi delle costruzioni, potrebbe ulteriormente assottigliarsi. La diversificazione della produzione, secondo i sindacati, con la realizzazione di nuovi prodotti, potrebbe essere una delle strade da perseguire per salvaguardare i livelli occupazionali e la competitività dell’azienda nel mercato dell’edilizia.