La politica siciliana ha archiviato senza particolari rimpianti la stagione, eufemisticamente, poco collaborativa dei rapporti, personali e in fondo anche istituzionali, tra Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e Rosario Crocetta, presidente della Regione dal 2012 al 2017. Gli stessi anni in cui Orlando è tornato a fare il sindaco della quinta città d’Italia.
L’alternanza del corso delle cose, che in politica non è poi molto distante da quello della vita, ha stabilito, con regole sue, autonome e spontanee, ma non meno precise, che tra Orlando e il nuovo governatore siciliano Nello Musumeci, i rapporti invece dovessero uscire dal confine cortese del buon vicinato istituzionale, per consolidarsi in un profilo di collaborazione e di reciproco rispetto.
Come mai? Solo l’ennesima burla a fin di bene che Orlando con freddezza rivolge all’ex avversario?
Improbabile. Per dirla tutta neanche Crocetta nei cinque anni trascorsi a Palazzo d’Orleans era rimasto attaccato al telefono speranzoso, in attesa di una telefonata di disgelo mai arrivata.
Anche lui ci mise del suo. Ma il fatto nuovo, il feeling cioè Tra Musumeci e Orlando, ieri insieme a Roma in conferenza stampa a promuovere alla stampa straniera un’immagine diversa di Sicilia, non è secondario, né di poco conto.
Un ruolo in questo clima ricomposto lo gioca anche, senza dubbio, il profilo di Musumeci, rigoroso e molto accorto a gestire la propria immagine con rispetto del ruolo e grande spazio al rapporto con le istituzioni. Una minore personalizzazione della figura che non significa automaticamente passi indietro o limitazione nelle cose da dire e da fare.
Influisce anche, ma solo in parte, il suo passato di presidente della Provincia di Catania, chiamato a relazionarsi con i sindaci del territorio. E proprio nella veste di interlocutore dei sindaci con AnciSicilia, Orlando ha avuto modo di sviluppare e dare origine ai primi rapporti con il governatore.
Ieri, vederli accanto a parlare di un’altra Sicilia e di un’isola diversamente possibile, è stato un fatto positivo. Poi che sia la stessa isola che dovrà combattere una lunga battaglia comune, a partire dai rifiuti, è un’altra storia. Tutta da scrivere.