«Stiamo mettendo in sicurezza il mare di via Messina Marine: entro dicembre – dichiarava a maggio 2017 il sindaco Leoluca Orlando a ilSicilia.it – avremo completamente balneabile la Costa Sud, ben 7 km di costa per il quale abbiamo approvato il Pudm (Piano di utilizzo del Demanio marittimo, ndr), prevedendo che 4,4 km saranno concessi ai privati con benefici e investimenti di lavoro».
Sono trascorsi 10 mesi da quella promessa pre-elezioni comunali 2017. Uno dei temi cardine della campagna elettorale del sindaco Orlando era la balneabilità della Costa Sud (“Sarà come Mondello”, vedi qui), da decenni luogo dimenticato, tra discariche a cielo aperto, rifiuti speciali e sospetti di alte concentrazioni tumorali (LEGGI QUI).
Grazie all’approvazione del PUDM, la Costa Sud diverrà un polo di sviluppo economico e attrazione per turisti e cittadini #FacciamoSquadra pic.twitter.com/BuqVuPdjn8
— Leoluca Orlando (@LeolucaOrlando1) 8 giugno 2017
In attesa delle indagini dell’Arpa e della Capitaneria di Porto, interviene la Regione con il decreto pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale che stabilisce il via alla stagione balneare 2018 dal 1 aprile. Ed elenca le varie spiagge siciliane che (tra inquinamento, mancata depurazione e altri motivi) vengono inseriti nella black list delle spiagge interdette alla balneazione.
Ecco l’elenco delle spiagge off-limits ai bagnanti: Vergine Maria, Sant’Erasmo (in via Messina Marine), il tratto compreso tra il porto della Bandita fino al Lido Olimpo e quello compreso tra la fine porto di Sant’Erasmo e l’inizio di quello della Bandita. Nessuna notizia relativa alla foce dell’Oreto e al mammellone di Acqua dei Corsari.
A quelli si aggiungono i vari porticcioli, le zone portuali di Bandita, Mondello, Sferracavallo, Isola delle Femmine, Addaura, Trappeto, Balestrate, Terrasini, S. Nicola, Trabia, Cefalù e Ustica. “I tratti di mare e di costa già vietati alla balneazione per inquinamento – si legge nel decreto – possono essere soppressi o rideterminati, per la successiva stagione balneare, solo a seguito di comunicazione, da parte dei sindaci dei comuni
interessati, dell’avvenuta messa in atto delle misure di risanamento o consolidamento dell’area interessata con l’effettuazione dei campioni di acqua di mare”.
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