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ESCLUSIVO. Rifiuti speciali e tumori. Capitaneria apre un dossier sulla Costa Sud: l’ipotesi è mandare tutto in Procura

giovedì 7 Settembre 2017

Dopo il nostro articolo di ieri, finalmente si sono “smosse le acque”. Nel vero senso della parola.

Sono “piovute” stamattina decine di chiamate alla Guardia Costiera e alla Capitaneria di Porto di Palermo, con i residenti di via Messina Marine allarmati per le fotografie che testimonierebbero la presenza di rifiuti speciali lungo il litorale della Costa Sud, nei pressi del “Teatro del Sole” a Romagnolo.

Ecco le foto di Mauro Alessi (pseudonimo di un social influencer che su Facebook quotidianamente pubblica denunce su temi di interesse culturale a Palermo) che hanno suscitato tanto scalpore:

Il sospetto di alti tassi di tumore legati a questi rifiuti, ha creato un vero tam tam nella rete. Soprattutto i residenti della zona hanno voluto vederci chiaro una volta per tutte. I centralini della Capitaneria di Porto hanno cominciato a squillare, riportando l’articolo de ilSicilia.it a supporto.

Immediato l’intervento della Capitaneria, tramite il capitano di fregata Giovanni Leonardis, responsabile della sezione Demanio/Ambiente di Palermo. Questi non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Tuttavia dagli uffici della Capitaneria hanno rivelato che «oggi è stato fatto un sopralluogo nella zona ed effettivamente sono emersi fusti e rifiuti speciali. Tuttora – riferiscono – sono in corso dei saggi e dei campionamenti, sia sul terreno che sulle acque della costa. Non ci sono ancora certezze. Presto ne sapremo di più». 

L’ipotesi che però aleggia non è di certo confortante. La Capitaneria infatti starebbe valutando se spedire gli atti e la relazione di servizio alla Procura della Repubblica. Già da domani potremmo saperne di più.

 

Ma a tuonare contro la denuncia di Mauro Alessi è il professore di Ecologia Marina Silvano Riggio, docente in pensione dell’Università di Palermo, che ha alle spalle 40 anni di carriera ed esperienza sul campo. «Sono pronto a denunciare questo fantomatico signor Alessi alla Procura per procurato allarme. Solo un ignorante o un analfabeta può dire che ci sia un rapporto di causa-effetto su rifiuti speciali e tumori. I tumori nascono da centinaia di cause e modificazioni del “DNA oscuro”, attraverso varie generazioni, nel tempo. Il sospetto avanzato da Alessi – attacca – guarda caso esce il giorno dopo a un sopralluogo cui erano presenti diversi comitati civici di Palermo, per la riqualificazione dell’area tramite un progetto che ho presentato». Si tratta di un’oasi marina di palma da dattero, «sugli arenili risultati dall’erosione delle discariche. L’oasi consiste nell’impianto della palma da datteri, Phoenix dactylifera, meno sensibile all’attacco del punteruolo rosso, irrigata coi reflui depurati dell’impianto di Acqua dei Corsari. Ad essa andrebbero associate altre specie compatibili con l’ambiente marino».

Secondo Riggio «è stato un errore questo allarmismo ad orologeria. Un modo per bloccare qualsiasi tentativo di rinascita della Costa, diffondendo panico tra i residenti e bloccando i progetti. Voglio ricordare che l’aeroporto di Genova è stato costruito su una discarica». Secondo il professore, «non è vero che le discariche facciano male. L’amianto non ha tutta questa pericolosità. È stata una cazzata chiudere il Parco Cassarà, il giudice che lo ha stabilito non è un chimico. Io ho 40 anni di esperienza sulle spalle e sono pronto a certificarlo. L’effetto tossico dei rifiuti sepolti nel lungomare di via Messina Marine è stato inertizzato. L’unico pericolo poteva essere la presenza di eventuali materiali radioattivi, che però non sono stati trovati. Lì sotto c’è di tutto, io stesso lo so e ho visto bruciare e seppellire migliaia di copertoni. Ma i copertoni hanno una funzione: il mare li ha ricoperti col “sabbione” e costituiscono ora una base per la costa, ne evitano l’erosione. Hanno una funzione notevole. Tutti sanno cosa c’è lì sotto, ma è meglio lasciare tutto lì. Il rimedio sarebbe peggiore del male». Il professor Riggio si dice pronto a ribadirlo pubblicamente.

Conclusioni su cui ci sarebbe molto da dire e che lasciamo alla valutazione dei lettori.

Se c’è del materiale pericoloso per la salute pubblica, allora si intervenga. Nel frattempo la Capitaneria concluderà le sue indagini e vedremo chi tra Alessi e Riggio avrà ragione. Nessuno vuole creare inutili allarmismi. Ma si cerca solo di vederci chiaro, una volta per tutte, su un tratto di Costa che per troppi anni ha nascosto fatti oscuri.

 

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